ESISTONO ANCORA LE LIBRERIE?

La polemica tra la trasmissione di Farenheit e le librerie di questa tarda primavera è il sintomo di una “ecatombe “come afferma una ascoltatrice di Radio 3, la poetessa Anna Toscano di Venezia, che ha visto chiudere solo nella sua città ben 14 librerie. Ma in tutta Italia ne sono chiuse almeno qualche centinaia e stanno continuando a chiudere. E purtroppo quelle che rimangono non sono certamente di qualità, anche se loro si ritengono tali. Ma per essere una vera libreria non occorrono solo dei bei scaffali e qualche centinaia di libri visti come oggetti e per lo più tutti uguali sia che si vada nelle librerie del nord che del centro, o del sud. Una vera offerta omogenea, spalmata con furbizia dalle grandi catene e case editrici più grandi che così facendo hanno ucciso la vera editoria, fatta di differenze e proposte diverse, come diversi sono gli uomini... o lo erano ?


Inoltre il libro non è un oggetto ma il prodotto del pensiero e dell'intelligenza, il libro non è solo carta la carta in questo caso (c'è gia il libro digitale che si colloca nella stessa scia) è solo il mezzo di cui si serve il pensiero per traghettare da un uomo all'altro. È un miracolo della comunicazione e non solo un oggetto per riempire gli scaffali e vendere a peso come ha voluto farci credere già dagli anni '80 la signora Inge Feltrinelli e gli editori che l'hanno imitata. Da non dimenticare anche la famosa scuola per librai di Mauri che ha creato dei librai che sanno valutare benissimo i libri a metraggio e tempo di giacenza e sconti ma non dal lato della qualità. E così gli autori vengono valutati solo per la loro vendibilità e scalata delle classifiche librarie.


La professione del libraio è tutt'altra cosa, è tra le più alte e difficili professioni che esistono sulla terra, i librai sono dei “sacerdoti del pensiero” della “Buona Novella”che va distribuita, comunicata e partecipata a tutte le persone, per farne degli uomini liberi! Ogni libro è “sacro” è figlio della più alta espressione dell'uomo. E chi non comprende che cos'è un libro, come va trattato e come sia una necessità per gli uomini è un vero e proprio “sacrilego”. Perciò chiamarsi libraio quando si è solo dei piccoli e neri “stercorari”“ (in Toscana si chiamano, “ruzzola merda”, quell'insetto nero frequente sulle nostre spiaggie ) , solo spostando tutto il giorno i libri da uno scaffale all'altro da una scatola all'altra è una vera e propria offesa all'intelligenza.
Il libraio vero “conosce i suoi libri” li maneggia tutti i giorni, dialoga con loro, sceglie il posto adatta ad ognuno sia in vetrina che nello scaffale, ne conosce la qualità e sa a quale lettore consigliarli e se ne priva; con tristezza o nostalgia, come un genitore quando il figlio è ormai pronto ad affrontare la vita, ma con la certezza che quel libro produrrà gli effetti per cui è stato creato.
Radio 3 ha lanciato sul web una mappa delle librerie di “qualità” segnalate dai lettori http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-3c817ce3-e2f9-4d4c-8a67-52a5cada7f8a.html

ma a noi sembra soltanto una delle ultime bufale, giacché anche solo scorrendo le misere informazioni vediamo che sono solo il risultato di piccole notizie date da lettori un po' sprovveduti (e magari da qualche libraio) che segnalano delle librerie che alcune ben conosciamo senza fare nomi. I librai sono tutt'altra cosa da quello che si dice di loro, poi da notare che non ci sono segnalazioni o specializzazioni specialmente per quanto riguarda l'offerta dei piccoli editori, salvo qualcuno che dice, li ordina ?? Fanno qualche Thè delle cinque... e qualche presentazione ma si dimentica tutto il resto di cui abbiamo parlato prima e c'è poco impegno culturale. Le librerie non sono solo dei negozi carini o con il salottino, ma sono la cassa di risonanza dei lettori e sono loro disposizione per aprire dibattiti e confronti che vengono sollecitati e proposti da loro e non dal manager delle grandi case editrici... I veri librai lavorano in simbiosi con il pubblico, per fare della libreria un vero stimolo culturale del territorio i collaborazione con le biblioteche e gli altri librai e i quartieri in modo da rendere viva la città. Non per niente l'allora ministro della cultura Spadolini ha fattouna legge su misura per far divenire le librerie patrimonio dei Beni Culturali, come i musei e altro. Certo questa legge è composta da un solo articolo... e poi nessuno vi ha più messo mano.

Un altro punto a sfavore dei nuovi librai è che molti lavorano su catalogi chiusi.

Eh! Si! cataloghi chiusi! Trattando il libro in Franchising altra deleteria sconfitta della libertà del commercio e dove guadagna solo il promotore del marchio. E la prova è che negli stessi negozi di franchising i gestori non durano più di due o tre anni, poi vengono sostituti da nuovi con l'illusione che quel tipo di commercio dia solo guadagno.... Lì trovi solo un catalogo limitato ai prodotti o libri del gestore del marchio e guai chiedere di ordinare libri di altri editori fuori della lista! Ti rispondono con faccia angelica «Quegli editori non li trattiamo.» in barba al principio del servizio che ha sempre contraddistinto le “vere librerie “ sin dalla loro nascita. «Se non trovi il testo che cerchi te lo procuriamo, anche in capo al mondo!». E se il cliente insiste fanno finta di ordinare poi riferiscono che il libro è introvabile o esaurito oppure le spese di spedizione sono troppe e non è conveniente ordinarlo. Ma le spese come si è sempre fatto sono a carico del cliente che ben se le accolla se non c'è altra strada per avere il tanto desiderato libro. Ha sempre funzionato così in qualsiasi commercio e non c'è mai stato nulla da ridire.

Certo oggi le spese sono aumentante perché il governo Berlusconi ha tolto la tariffa ridotta agli editori e distributori di libri, mentre in Europa e nel mondo non è così. Esiste vero la tariffa piego di libri ma in Italia un terzo dei libri spediti con questo sistema spariscono... e allora bisogna ricorrere al sistema piego di libri raccomandato che costa di più e permette però l'invio solo di un paio di libri, se sono di più bisogna fare pacco postale con un minimo di € 12,00 a pacco.


Comunque tutte scuse per non fare il servizio per non essere veri librai. E impedire che gli oltre 3700 editori possano trovare sbocco sul mercato.
Infine i nuovi librai franchising o no spesso rifiutano i libri in conto deposito (vuol dire che li pagano solo se li vendono) perché nessuno ha chiesto quel libro... e perché poi bisogna fare il rendiconto trimestrale e loro non hanno tempo... e poi quelli che accettano quando vendono non vogliono nemmeno pagare.... e questa è un altra piaga che le agenzie gli editori conoscono bene...


Questo non succedeva fino gli anni 80, prima dello sviluppo della grande distribuzione madre e matrigna di tutti i mali dell'editoria. Noi avevamo una libreria ( dal 1947 fino al 2009) che è dovuta soccombere a causa della concorrenza sleale della grande distribuzione sia di destra che di sinistra e una mancata legge de libro, come esiste nel resto d'Europa, dove i libri hanno il prezzo fisso, costano meno e si trovano da tutte le parti e la concorrenza consiste solo nel servizio e non in falsi sconti. Dato che i grandi editori accrescono i prezzi di catalogo facendo sconti diversi alle librerie max 30 % sulla varia e 20% sullo scolastico, mentre il 50 % alla grande distribuzione che oltretutto paga non a 90 gg. ma ad un anno! E questo è principalmente colpa della sinistra che ha impedito a suo tempo una legge in tal senso bloccando il testo in commissione cultura; e tutto per far un favore alle cooperative e alla grande a distribuzione di sinistra, con gran gioia della destra berlusconiana, amica e vassalla del capo padrone della Mondadori.

Nei nostri tempi migliori (prima dell'era Berlusconi) avevamo un catalogo di oltre 50,000 titoli composto da molti piccoli editori che noi volentieri tenevamo e cercavamo e che ci procurava molti e attenti lettori che si passavano la voce. E ancora oggi molti vengono a Piombino in via Tellini a cercare La Bancarella e se ne rivanno tristi e delusi di fronte a quei locali ancora vuoti che palpitavano di cultura e amore per i libri.
Oggi siamo diventati editori e di quel periodo si può vedere la storia nel nostro sito http:// bancarellaweb.it alla voce “ Quando eravamo libreria”.

 

Enrico Beni