nel n. 1 del 1999 del Libro Volante avevamo posto il problema

 Economia del Cristianesimo

Oggi più che mai il liberalismo sfrenato ha preso il posto del comunismo più acceso . Tra questi due mondi economici ve ne è un terzo che ha le sue origini ben 5670 anni fa e che oggi si può definire "Economia Del Cristianesimo" . " Queste leggi scritte la prima volta su tavole di pietra sono state integrate e mantenute in vigore anche dopo la comparsa del grande innovatore che fu Gesù . Gesù stesso affermò "Non pensate che sia venuto ad abolire la legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno della legge.." (Matteo 5.18) . E molti di questi passi della legge erano e sono dedicati alla "Economia"

.(Economia = Complesso delle attività umane rivolte alla soddisfazione dei bisogni , individuali, collettivi, mondiali ecc.) e giù da Mosè con i dieci comandamenti, e le leggi che ne seguirono , formalizzate nel "Deuteronomio -14,29-15.6,10-15.18-16.14,16 ecc.) Il lavoro, gli operai e la vita "economica" vengono analizzati e ordinati e tutti portano ad una sola conclusione che è anche quella di Gesù rispondendo ad un dottore della legge .

"E il secondo comandamento è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. da questi.. dipendono tutta la legge e i profeti" (Matteo 22.39,40)

Ed ecco allora che il padrone fa rispettare il riposo festivo, anche allo "schiavo" ai figli al suo bestiame e ai forestieri che sono presso di lui. E tutti avranno la giusta paga ecc. addirittura si considerano anche i giusti comportamenti fra i lavoratori che svolgono lavori concorrenziali "Esodo 22.5" e giù sino ad Isaia e a tutti i profeti sino ad arrivare a Gesù. Appare chiaro come l'Economia del Cristianesimo può esser la sola risposta ad un mondo privo di leggi e fondato su diritti corporativi.

Ecco allora che chi segue la "Economia Cristiana" è colui che investe i soldi "ricevuti in dono da Dio" ( "Ecco il Cielo e la terra appartengono al tuo Dio DT 10.14) per procurare benessere a tutti quelli che gli stanno attorno (ed oggi anche ai più lontani). Il suo è prima di tutto un servizio "Chi vuol essere il primo ..." e che da a ciascuno la giusta mercede, il giusto lavoro e prende per se "Il giusto guadagno" che potrà essere reinvestito. Per lui prima vengono gli "Uomini" e poi il denaro in modo che la vita degli uomini sia una vita armoniosa e libera dalle preoccupazioni del posto di lavoro e con il tempo da dedicare allo svago e allo arricchimento dello "Spirito".

Ocirne

Bibliografia:

Autore: L'ORRORE ECONOMICO pp. ed. TEA lire 15.000 LA SACRA BIBBIA ed. Paoline lire 16.000 LA BIBBIA DI GERUSALEMME ed. Queriniana lire 49.000

 

dal Libro Volante n1 2006

Oggi, nel tempo in cui il relativismo1) e il liberalismo2) sfrenato trionfano, c’è bisogno di riscoprire un sistema economico a misura d’uomo, di tutti gli uomini e non solo dei più capaci e, purtroppo, spesso dei più furbi. Questo sistema pone il suo fondamento nell’ideologia cristiana. Sin dalla sua apparizione, il cristianesimo ha posto alla base dei propri ideali la ripartizione delle risorse e ha cominciato a ragionare intorno ad una economia etica, quella che dovrebbe esistere oggi. Gesù, quando afferma che il più importante comandamento è “amare Dio e il prossimo come se stessi”, pone le fondamenta per un nuovo modo di intendere la convivenza economica e civile: tutti gli uomini sono uguali, tutti gli uomini hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. I primi discepoli, negli atti degli apostoli, con il principio della comunione dei beni “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune”3) rimisero in discussione il pensiero sociale e l’uso della proprietà concepita fino ad allora. In principio l’uomo non aveva alcun possesso: la terra era di Dio perciò di tutti. “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete preso di me come forestieri e inquilini”4) di conseguenza l’uomo non era proprietario delle ricchezze ma amministratore. Successivamente, per egoismo, avarizia e a causa dell’invenzione della proprietà si ruppe questo equilibrio e fu l’inizio dell’economia, anche se questo termine è nato solo alla fine del XVIII secolo per specificare tutto ciò che riguarda la proprietà, il lavoro lo scambio delle merci ecc. I primi pensatori cristiani e i padri della chiesa rivendicavano “L'esigenza della giustizia, della distribuzione della ricchezza e dei beni 'sacri' creati da Dio e destinati a tutti i membri della famiglia umana”5) Si considerò peccatore e ladro chi mutava il “superfluo” in necessario, erano inoltre intransigenti contro la negligenza nel lavoro. A tutti ricordavano il dovere di produrre e di contribuire al benessere della famiglia umana. Ricordiamo tra questi Clemente di Alessandria, Basilio il grande, Gregorio Namaziano, Gregorio di Nissa, Giovanni Crisostomo, Ambrogio di Milano, Agostino d’Ippona. San Giovanni Crisostomo ricordava nel suo libro “Ricchezza e povertà” che i ricchi erano colpevoli di furto se non utilizzavano la loro ricchezza a vantaggio di tutti. Nessun pensiero fino ad allora era stato così rivoluzionario! Sant’Agostino 6) ricordava ai governanti della sua epoca l’influenza del Vangelo nella società “Provatevi a trovare cittadini migliori di quelli che vengono formati secondo la dottrina di Cristo, migliori soldati, mariti, mogli, figli, figlie, padroni, servi, re, magistrati, contribuenti, funzionari del tesoro, tutti impregnati delle eccellenti qualità richieste dalla dottrina cristiana, e vedremo se si potrà ancora sostenere che la Chiesa costituisce un ostacolo al benessere dello Stato” I pensatori cristiani hanno continuato così per secoli a influenzare il mondo civile ponendo le L’economia del cristianesimo Enrico Beni

1 Relativismo: termine indicante ogni concezione filosofica che non ammette verità assolute nella conoscenza e in sede morale. 2 Liberalismo: concezione politica che fa valere il principio della libertà individuale, sottolineandone il valore positivo non come mera negazione di ogni autorità (libertà negativa), ma come autonomia o capacità di obbedire a norme “razionali” che scaturiscono dall’uomo. In funzione di ciò nel novecento Weber e Keynes riconobbero allo Stato una funzione di controllo dando origine a varie forme di liberal-socialismo 3 Atti 2,44 4 Levitico 25,23 5 ALFREDO LUCIANI, Catechismo sociale cristiano, Oscar Mondadori, Milano, 1992, pag. 24 6 Ibidem pag. 25

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