LA CONDIZIONE RELIGIOSA GIOVANILE A PIOMBINO

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Nel numero precedente della rivista ci siamo occupati della condizione "laica" a Piombino dei giovani ma non dobbiamo dimenticarne la condizione "religiosa" .Molti giovani provengono da un educazione religiosa che li accompagna sin dall'infanzia. Battesimo Comunione, Cresima e poi ...niente!

Niente e sì perchè proprio in quel momento in cui si dovrebbero vederne gli effetti e approfondire le tematiche ,l'educazione religiosa viene a mancare. Ai giovani e' negata una continuità educativa in tal senso salvo qualche sporadico dopocresima a cui partecipano pochi giovani e poco motivati.

La Chiesa tanto attiva sino a quel momento, viene meno ai suoi compiti di educatrice. Ora che i giovani hanno più bisogno di lei di tempi e di spazi di esempi e confronti, si ritrovano senza un interlocutore che li ascolti, li comprenda e li valorizzi. I gruppi si sfaldano e si ricompongono al di fuori della chiesa in altre situazioni sociali "autoctone" senza precisi scopi o valori se non quelli mediati dall Tv dai giornali dalle case discografiche etc.

Dove il Dio che si adora qui è solo quello del denaro e del consumismo.

I nostri sacerdoti sono i primi responsabili di questa situazione e preferiscono ignorare il problema eludendolo o dando la colpa alla società "moderna" ai nuovi modi di pensare allo "scollamento" delle famiglie e perchè no alla scuola !

S'impone anche per loro un "esame di coscienza "e una "conversione" . Oggi c'è ancora una chiesa dove il sacerdote impone una accettazione acritica e servile verso la Chiesa "clericale"e dove esige dal cristiano che sia "senza palle" che penda dalle sue labbra e che viva la vita come un "calvario" senza nessuno scopo che quello di seguire le leggi e le tradizioni e i sorprusi dei potenti .

Ecco perchè i giovani non si riconoscono in tale chiesa, loro amano la vita, la gioia, l'amicizia e soprattutto un mondo migliore; un mondo come lo ha descritto Gesù senza nemici, senza guerre senza sorprusi e violenze. I parroci come( i politici) si sono dimenticati di essere stati giovani, si sono dimenticati che i giovani di oggi saranno gli adulti di domani. Manca una vera e propria "pedagogia religiosa" (qualcuno la chiama pastorale) rivolta verso di loro. Bisogna riscoprire questa età con tutti I suoi bisogni e le sue aspettative, dare ai giovai i mezzi necessari per compren- dere che Dio ha tanto da dire a loro e che insieme a loro vuole costruire finalmente un mondo diverso un modo "pieno d'amore". A tutti i giovani è dato un " carisma" ma per riuscire a scoprirlo, e a svilupparlo c'è bisogno di un ambiente adatto di mezzi adatti e di tempi giusti.

Allora la Chiesa deve mettere a disposizione spazi educativi, animatori e mezzi. I giovani sapranno dove andare il giorno dopo la scuola invece di fare ripetutamente "le vasche" in Corso Italia.

Si dedicheranno alla musica, alla lettura, al teatro, al cinema, all'arte alla stampa di giornalini a navigare su Internet , tutto questo sarà permeato da momenti di riflessione sulla parola e ad approfondire la conoscenza di Dio.

Tutte le azioni e le manifestazioni saranno tutte a maggior gloria di Dio e alla costruzione del Regno già qui, ora e adesso.

Sarà compito degli educatori fare in modo di combinare la "parola" con le attività senza forzature sarà Dio stesso ad agire se gli educatori "ascolterrano" Dio.

Sarà allora naturale per i giovani parlare di Dio e mettere Dio al primo posto in ogni azione di vita perchè Dio non é un Dio di Sacrificio ma di Gioia e tutto è stato creato affinchè " la gioia dell'uomo sia piena."

Ecco allora le line d'intervento che la Chiesa dovrebbe attuare in questa prospettiva.

Aprire tutti gli spazi disponibili delle Parrocchie e se non ci sono crearne dei nuovi. Creare la figura del sacerdote o del Laico "animoeducatore" preparato per questo compito.Da non dimenticare che sono finiti i tempi in cui l'uomo si divideva in due "entità" Distinte , In chiesa religioso e fuori laico.

Oggi grazie anche alle influenze delle filosofie orientali si è riscoperto che l'uomo è indivisibile e che ogni azione o pensiero deve essere il risultato dell'armonia tra "anima & corpo" (così la pensava anche Gesù).

Dunque l'animoeducatore partendo dalla constatazione che i giovani sono dei cristiani che stanno crescendo, inizia con loro un cammino verso la consapevolezza e verso la maturità della fede, affinchè possano poi essere testimoni nella loro vita dove il primo referente è Dio e quello che ne consegue: l'amore, la gioia e la "determinazione "a costruire già quaggiù il suo Regno.

Un regno dove non ci sono più nemici, violenze, sopprusi, guerre ma amicizia e solidarietà.

Un mondo dove non c'è bisogno di chiedere perchè c'è chi ha bisogno di dare . Dove non c'è solitudine perchè c'è chi ti cerca. Dove non ci sia chi non ha casa perchè c'è chi te la dona. Dove non c'è bisogno di cercare un lavoro perchè c'è chi lo ha già creato per te. Insomma "Un mondo Cristiano!".

Per arrivare a queste risultati c'è bisogno che che l'animoeduacatore accolga i giovani, li ascolti, e li indirizzi ognuno alla scoperta delle sue aspirazioni attraverso ilgioco, attraverso l'arte , la stampa etc. Etc..

Enrico B.

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