QUALE CHIESA RINASCE DAL CONCILIO VATICANO Il E DALLA PAROLA? QUINTA SCHEDA: CONCLUDENDO IL PERCORSO DI CONSAPEVOLEZZA

E' UN PERCORSO CONCLUSO?
Non solo non abbiamo esaurito tutto il discorso sulla Chiesa rinata dal Concilio Vaticano II e dalla Parola. ma abbiamo presentato solo alcune sottolineature, quelle che ci sembravano più adatte per renderci maggiormente consapevoli e responsabili. Tanto altro è da scoprire e da approfondire, ma avverrà nel tempo ascoltando insieme la Parola di Dio, partecipando alla vita della comunità cristiana, lasciandoci coinvolgere dal cammino del Sinodo Diocesano. Inoltre i contenuti delle tematiche che abbiamo presentato nelle schede non sono statici e immutabili. Oggi si è arrivati qui, ma il cammino è tutto aperto: alcuni pensano diversamente, altri vorrebbero tornare indietro, mentre altri ancora sono già più avanti e la ricerca prosegue, anche appassionata e conflittuale. Con questa scheda vorremmo finire presentando alcune proposte che abbiamo elaborato noi in parrocchia, nate da una domanda: contemplando il vero volto di Dio rivelato in Gesù, contemplando il Regno e l'icona pastorale di una Chiesa Comunione e Missione, accogliendo il fatto della corresponsabilità di tutti decretata dal Concilio, quale cristiano ne emerge? Quali i punti più fondanti la vita di un cristiano?

QUALE CRSTIANO NE EMERGE?
Coltivare permanentemente due consapevolezze
• La consapevolezza dell'amore pazzesco di Dio per tutta l'umanità resosi visibile e inequivocabile nella persona di Gesù, in tutta la sua vicenda umana, nella sua morte e risurrezione Amore unilaterale, gratuito, per sempre e senza pentimenti che ci viene offerto e che noi tutti siamo chiamati a conoscere e ad accogliere per poi tradurlo in risposte di Amore nella nostra vita quotidiana.
• La consapevolezza che fin dal giorno del nostro battesimo siamo chiamati a vivere e a testimoniare Comunione e Missione, i due poli costitutivi della vita cristiana. A ogni età, a ogni svolta della vita, in ogni scelta vocazionale, nella quotidianità, noi siamo sempre e "chiamati" e "inviati", con modalità diverse, a testimoniare il Regno di Dio attraverso una vita di Comunione e di Missione.

Far crescere in se stessi lo stesso cuore appassionato di Dio e la capacità di discernimento Attraverso l'ascolto permanente della Parola di Dio, da soli o in comunità, ascolto vitale dove Parola e Vita nostra concreta si illuminano continuamente a vicenda. E' l'ascolto vitale della Parola che fa crescere poco alla volta in noi il "cuore appassionato" di Dio, capace di vedere, di comprendere, di giudicare, di agire "come" Lui. Ed è l'ascolto vitale della Parola che ci rende anche adulti nella fede, capaci di sana e matura autonomia di pensiero e di scelte, liberandoci da infantili dipendenze (come per es.: l'ha detto il papa... l'ha detto la Madonna... l'ha detto il tal trascinatore di turno...) per crescere invece sempre di più come discepoli responsabili e corresponsabili, che sanno fare discernimento per "districarsi da cristiani" in questa nostra complessità, per il bene e la vita sia della Chiesa che del Mondo.

Non vivere di "religione" ma di "sequela"
Religione: è tutto ciò che la persona umana fa per Dio come scalata per arrivare a Lui o per compiacerlo attraverso l'obbedienza a impegni, leggi, comportamenti morali che puntano sul proprio sforzo di perfezione personale per essere degni di Dio, o per accaparrarsi l'esaudimento dei favori e delle grazie che gli chiediamo. Religione è la partecipazione esteriore, formale, a tutto ciò che viene celebrato nel Tempio: riti, cerimonie, preghiere, perché si è sempre fatto così; perché certe cose si devono fare, ma come in un rapporto da servi verso il proprio padrone; perché un conto sono le cose sacre che riguardano Dio e un conto è la nostra povera vita profana che può benissimo essere gestita secondo esigenze e modalità che con Dio non hanno niente da spartire. Religione è
sottolineare la propria appartenenza religiosa contro le altre appartenenze religiose diverse dalla nostra; è brandire il Crocifisso come un'arma per le nostre campagne discriminatorie; è fare magari anche un'offerta alla Chiesa, ma lasciando fuori dalla mia porta Gesù e la sua vita. Giustamente anche noi, per identificarci, diciamo di appartenere alla religione cristiana, ma dovremmo dirlo con la coscienza chiara che per noi cristiani questo non significa compiere dei gesti di religione, ma seguire una persona: Gesù.
Sequela: è essere discepoli di Gesù che gli camminano "dietro" per rivivere nella loro vita la Sua stessa vita. E' davvero un'uscita, un esodo mentale quello che dobbiamo attuare, perché sequela­discepolato non è fare noi qualcosa per Dio, ma è conoscere e accogliere ciò che Dio gratuitamente e unilateralmente ha già fatto per noi umanità, per poi rispondere a questo Amore che ci precede continuamente. Risposta che consiste nel rendere "sacra" tutta la nostra vita quotidiana vissuta dietro a Gesù, attraversando le nostre giornate amando come Lui e comportandoci come Lui verso tutti, considerati ormai fratelli e sorelle. Sequela-discepolato allora non è vivere chissà quale straordinarietà, ma è vivere sul serio il vangelo nell'ordinarietà quotidiana, migliorandoci e migliorando poco a poco il mondo attorno a noi.

Vi farò pescatori di uomini
Gesù ha chiamato i suoi discepoli per consegnare loro la missione di diventare pescatori di uomini. La pesca evoca il gesto di tirare fuori i pesci dall'acqua per farli morire, ma pescare un uomo, tirarlo fuori dall'acqua dove annaspa, è per salvarlo, per ridonargli la vita. A questa missione affidata da Gesù a noi cristiani, corrisponde la responsabilità di concepire tutta la nostra vita come "ministero del prendersi cura". Concepirsi cioè, dietro a Gesù, come chiamati a far sì che tutto quello che facciamo quotidianamente, tutto quello che viviamo ecclesiahnente nelle dimensioni della Comunione e della Missione, sia per ridare vita a chi sta per asfissiare e annegare sott'acqua. Ritorna il discorso della ministerialità vissuta da tutti perché il mondo abbia vita piena e realizzata, prendendo però atto che in Italia sono riconosciuti ufficialmente solo i ministeri ordinati, mentre tutti gli altri sono detti ministeri di fatto. Sovente però sono proprio questi "di fatto", tutti laici, a essere il servizio che risponde con Amore all'Amore, pescando e ripescando le persone per realizzare insieme una vita salvata, umanizzata, "oggi" e "qui". Gli altri ministeri, quelli ordinati, esistono solo per essere a servizio di quelli di fatto, a servizio del sacerdozio comune perché con l'apporto di tutti il Regno sia annunciato e testimoniato per la vita e la gioia del mondo.

Vivere la Missione per irradiazione e per invio ad Gentes
Irradiazione: là dove c'è un cristiano-discepolo che vive per il Regno, egli irradia attorno a sé la testimonianza di Gesù. E questo irradiare la testimonianza di Gesù non è una cosa spiritualista, ma riguarda il modo di vivere ogni momento; riguarda il modo di vivere la professione, l'impegno sociale, civico e politico; riguarda il vivere con onestà, con giustizia, con competenza, con gioia, coraggio e speranza. C'è una costante che ci è richiesta di vivere per irradiare, sia che restiamo per sempre a casa nostra, sia che partiamo missionari ad Gentes: entrare in un posto, in una situazione e starci dentro rinascendo. Da nessuna parte, in nessuna situazione ci siamo per caso, ma ci siamo proprio per testimoniare il Regno con una vita di Comunione e di Missione. Questa continua rinascita è un parto che ha le sue doglie, ma che dona nuova vita e non lascia spazio, non dà cittadinanza a nostalgie e recriminazioni: qui non posso... se fossi in un'altra situazione, da un'altra parte... Vivendoci, standoci in un posto in un certo modo, il cristiano-missionario si accorge che Dio è già presente in quella situazione e che sta già facendosi strada nelle tenebre delle nostre storie personali immettendovi la Sua luce che trasforma e fa rinascere sempre a vita nuova, vita piena.
Irradiazione o attrazione? La Missione per irradiazione non è per far entrare gli altri nei nostri spazi, ma è per comunicare gratuitamente l'Amore di Dio a tutti, con parole e azioni quotidiane, lasciando alla libertà personale di ciascuno il compito della risposta e della scelta. Alla fine di un incontro, partecipato prevalentemente da anziani, degli amici si sfogavano: hai notato l'età della
gente presente? Non sappiamo attrarre i giovani! A cosa pensiamo quando diciamo "attrarre"? All'essere capaci di portare gli altri dentro ai nostri spazi, anche attraverso lo sforzo di iniziative con qualche effetto speciale che convinca? Questo è secondario, mentre è indispensabile un altro punto di partenza. La mia vita diventa attraente quando il clima in cui vivo è quello del Regno con la sua legge: le beatitudini e la sua preghiera: il Padre nostro; diventa attraente quando io, cristiano consapevole, vivo alla sequela di Gesù da figlio e da fratello "come" Lui. Qualcuno, accorgendosi di questa luce, penserà: "è bello vivere così, è una speranza per me, è un invito a migliorare", anche se non si muoverà e non farà ancora dei passi per entrare nei nostri spazi di sequela del Signore. Importante è che senta il sapore del sale, che veda la luce, che si accorga del lievito che fermenta, poi la risposta al Signore della vita gliela dovrà dare lui liberamente, come e quando vorrà. Così, personalmente e coi-ne comunità, smettendola di voler valere e contare, di arroccarsi in difesa di sempre nuovi nemici, ma coinvolti invece e trasformati da tino stile di vita che è mosso dalla stessa logica di Gesù, diventiamo per tutti appello umile e attrattiva convincente a conoscere ...e forse anche a seguire... Colui che è alla sorgente di una tale esistenza.
Invio ad Gentcs: proprio perché già nella loro quotidianità i cristiani vivono da discepoli di Gesù, qualcuno può essere inviato dalla sua Chiesa, a nonne di tutta la comunità cristiana, ad annunciare e a testimoniare il Regno con una vita di Comunione e Missione anche ad Gentes, fuori dai confini della propria patria e cultura. Questo cristiano uscirà dal proprio mondo per entrare in un altro e poi uscirà ancora dal territorio in cui era stato inviato per rientrare nuovamente nel suo di origine, testimoniando ovunque Gesù e riportando alla sua Chiesa i doni che la Missione gli ha fatto.
PER VIVERE UNO SCAMBIO TRA NOI
• Cosa sapevamo già, cosa si è chiarito di più o ci è risultato essere novità rispetto a ciò che abbiamo letto insieme? Vogliamo comunicarci qualche emozione o qualche perplessità?
• Quali altri punti fondanti la vita di un cristiano vorremmo aggiungere a questi, che riteniamo importanti per noi, ma che non vediamo esplicitati in questa scheda?
• Quale valutazione facciamo su questo cammino di conoscenza della Chiesa proposto in questa quaresima? Esprimiamo positività, difficoltà, dubbi... La valutazione verrà riportata in una assemblea parrocchiale dopo Pasqua.