Per la festa di Ognissanti
Giovedì
sera (29 ottobre) scorso al gruppo di Vangelo prendemmo in considerazione
la lettura del Vangelo secondo Matteo 5, 1-12, come indicato nel
calendario liturgico, riguardante il discorso della montagna
nel quale Gesù indicava ai suoi discepoli e alle folle
la strada da percorrere per poter raggiungere la beatitudine e
la ricompensa nei cieli.
Chiunque frequenti la Messa, ricorderà bene questo passo
biblico, ripreso molte volte in quanto parte fondamentale del
pensiero cristiano.
Vedendo le folle,
Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli
si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è
il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché
saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli
di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia perché di
essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli.
Ma
quanto riflettiamo veramente nel nostro vivere quotidiano e quanto
mettiamo concretamente in atto in opere e insegnamenti ciò
che Gesù ci ha voluto trasmettere a scapito della sua stessa
vita?
In sostanza, quanto siamo davvero puri di cuore?
Quanto miti? Quanto disposti ad affermare la giustizia
a costo di essere perseguitati a causa di ciò?
In realtà è per noi la condizione umana ostacolo
al raggiungimento di questo nobile obbiettivo, così presi
nel nostro cammino da vani ed effimeri desideri così egoistici
da non riuscire a colmare il nostro vuoto interiore.
Lindicazione di Cristo è chiara: occorre che luomo
in grado di capire la strada irta e difficile, ma giusta, la indichi
anche agli altri, solo così potrà ottenere la beatitudine
in quanto avrà reso Gloria al Padre e si sarà reso
utile ai suoi fratelli.
Potrebbe forse anche questo generare un dubbio, una solidarietà
con scopi individuali.
Ma Gesù ci viene in soccorso, spiegandoci:
Matteo 6, 1-4 : Guardatevi
dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere
da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre
vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai lelemosina, non suonare la tromba davanti
a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per
essere lodati dagli uomini.
In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Quando invece tu fai lelemosina, non sappia la tua sinistra
ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina
resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E una chiara indicazione che le opere
danno accesso alla beatitudine se inserite in un contesto di umiltà
e di uguaglianza.
In questa prospettiva si delinea la comunità cristiana:
non come unentità chiusa, esistente per sé
ma come una realtà fatta di persone in grado di accogliere,
essere aperti verso laltro, in grado di sostenere moralmente
con parole e fatti.
Riguardo alla comunità ed ai suoi presupposti, mi piace
citare un altro passo molto significativo sempre nel Vangelo di
Matteo 20, 22-28: Gesù comunica ai Dodici, sulla via di
Gerusalemme, che sarà crocifisso dai Pagani. La madre dei
figli di Zebedeo chiede a Gesù che questi siedano alla
destra e alla sinistra del Signore nel Regno dei cieli:
-- Rispose Gesù: Voi
non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto
per bere?. Gli dicono: Lo possiamo. Ed egli
soggiunse: Il mio calice lo berrete; però non sta
a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra,
ma è per coloro per i quali è stato preparato dal
Padre mio.
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli;
ma Gesù, chiamatili a sé, disse: I capi delle
Nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi eserciti
su di esse il potere: Non così dovrà essere tra
di voi; ma colui che vorrà diventare grande tra di voi,
si farà il vostro servo; e colui che vorrà essere
il primo tra voi si farà vostro schiavo; appunto come il
Figlio delluomo, che non è venuto per essere servito,
ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.
Per la commemorazione dei defunti:
Ricordiamo
in occasione di questa data, i nostri cari deceduti e cerchiamo
di intercedere con la nostra preghiera affinché essi siano
accolti nel regno di Dio.
Nel fare questo, accogliamo dentro di noi il pensiero di Gesù,
che fa riferimento al perdono e che è ben presente nella
preghiera del Padre Nostro:
- rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori .
Infatti, consapevoli che nellintento del nostro Padre cè
la Misericordia per tutti, dobbiamo sforzarci a riconoscere le
debolezze e le colpe altrui per iniziare il cammino del perdono,
altrimenti non meriteremo il perdono per noi stessi.
Ma cè molto di più di questo, e consiste nel
riconoscere davvero le nostre mancanze.
Già Cristo riconobbe lestrema recidività delluomo
nel commettere peccati legati alla sua condizione terrena, per
la quale nessun uomo potrebbe in realtà erigersi a giudice
per condannare.
Questo pensiero meriterebbe una più attenta valutazione
morale, altrimenti si potrebbe cascare in una banale e riduttiva
pratica di perbenismo alla vecchia maniera.
Riflettiamo invece effettivamente su quello che non
abbiamo fatto, ma che poteva forse cambiare le sorti di qualche
evento della nostra vita. Avremo avuto sempre ragione, o forse
non abbiano ascoltato le istanze degli altri? Quanto siamo vittime
e quanto carnefici?
Cogliamo questa occasione anche per far riemergere nel nostro
pensiero e nel nostro silenzio quanto ci sentiamo vicini a chi
non cè più, collocandoci in una dimensione
diversa al di sopra delle nostre miserie, facendo riaffiorare
in noi il desiderio di riappacificazione che tanto bene farebbe
al nostro Spirito.
Giovanni 6, 38-40:
...perchè
sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma
la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è
la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda
nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nellultimo
giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio,
che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna;
io lo risusciterò nellultimo giorno...
Paola Capelli