LA VENDETTA DI RENZI

LA STORIA SI RIPETE. -----------------Home

 Da Enrico Beni POPULONIA DALLA NASCITA ALLA FONDAZIONE DI PIOMBINO

La Bancarella Editrice 2009.

 

Un detto popolare dice " La storia si ripete" e anche se gli studiosi affermano il contrario rileggendo il passato troviamo troppe coincidenze che ci fanno riflettere.

Nel nostro caso la rivalità tra due personaggi richiama la mente la rivalità tra due uomini politici che sono battuti per il potere durante le recenti primarie, e come allora la guerra per il potere è stata combattuta con tutte la armi possibili, con colpi bassi da una parte e dall'altra e purtroppo come diceva Brenno re dei Galli "Guai a vinti!"

Così è stato, mentre ufficialmente i due contendenti si sono rappacificati dentro le loro anime è rimasta la voglia di rivalsa.

Ed allora tutte le città che avevano votato per i perdenti (erano in corsa più di uno) non hanno avuto spazio nella direzione del Pd ricordate la frase "Fassina chi!" e altre facezie da vincitore tronfio della sua gloria.

E da lì poi ad usare la mano pesante sui suoi nemici gli c'è voluto poco. Nell'animo del vincitore ci sono rimasugli e nostalgia della vecchia "inquisizione". Chi non è con noi è eretico ! D'altronde viene da quella formazione cattolica integralista di cui Don Milani si vergognava e pure Papa Francesco...

Allora assapora, dolcemente, ora, la vendetta quando i suoi amici di Piombino, che hanno votato Cuperlo, vanno a chiedere di non chiudere l'altoforno, e di intervenire per aiutare le Accierie, che non per colpa loro sono in deficit, ma solo perché la vecchia gestione, ha sfruttato e raschiato tutto, senza mai reinvestire i lauti guadagni che ci sono stati, anche se loro negano...

Poi la completa quando deve decidere sul disastro della Concordia senza pensare che Piombino era il posto di diritto naturale perché la Concordia si è arenata lì vicino. Dalle colline di Piombino quando il cielo è senza foschia si vede bene la sagoma della Concordia. Inoltre per un vecchia legge del mare i relitti sono di chi li trova... in questo caso della Regione Toscana... senza poi pensare ai danni che ha fatto alla regione e che si valuteranno con gli anni.

Infine non ha pensato, e forse ha poco letto i libri di storia, da dove si evince che in quel tratto di mare più d'una volta le flotte genovese o pisane sono state distrutte da violenti tempeste. Ma forse, come ha detto qualche maligno, tramite la "Vox populi" è questo che qualcuno vuole... ma non certo gli ambientalisti che sono molto arrabbiati per quel passaggio nel santuario dei cetacei...

Queste riflessioni per qualcuno sono dietrologie, ma cosa possono pensare i cittadini di Piombino di fronte a chi li manda in mezzo ad un strada senza preoccuparsi del loro futuro? Doveva prendere quelle decisioni in sua "coscienza" ?

Ma si è dimenticato di prendere altre come era suo dovere essendo messo lì come rappresentante e "Governatore " del popolo.

Come può dire di ben "Governare " se poi in pratica a questo popolo lo "affama" ?

In Toscana quando si dà da mangiare agli animali si dice "vado a governare le bestie" mica le si va ad uccidere o costringerle a suicidarsi !

Ma ritornando alla storia il finale per Piombino è già scritto comeal tempo di Silla "Nella città vinta e saccheggiata affluirono colonie di veterani romani, che in premio per il loro servizio militare ebbero la maggior parte delle proprietà espropriate ai vinti." oggi Renzi dopo la distruzione, manderà i suoi "veterani " a prendere possesso del nostro territorio cancellando "le ultime espressioni indigene di cultura ".

Henry

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo IX la vita in età romana.

 

La concessione della cittadinanza romana, provocò a Populonia una vera e propria rivoluzione sociale, e un cambiamento di regime, dato che ora anche i ceti popolari potevano partecipare al potere. Questa ventata di rinnovamento portò Populonia insieme a Volterra e ad Arezzo a far causa comune con la fazione "popolare" di Roma guidata da Caio Mario che si opponeva, con iniziale successo, all'oligarchia senatoria e al potere dei ricchi.
Più tardi il partito senatorio riprese il potere, grazie al ritorno vittorioso del suo capo Lucio Silla dalla guerra d'oriente contro il re del ponto Mitridate. La reazione di Silla, divenuto dittatore e padrone dello stato, non tardò ad abbattersi sulle città dell'Etruria fedeli a Caio Mario.
E fu così che una mattina dell'anno 82 a.C. Populonia fu assediata dalle truppe di Silla, e dopo un'eroica resistenza ,dovette cedere dinanzi alla prepotenza e alla superiorità dell'esercito romano. La vicina Volterra, invece grazie alla sua favorevole posizione geografica (essendo situata in cima ad una rocca scoscesa), poté resistere per ben tre anni all'assedio delle truppe.
Tutti gli edifici principali di Populonia furono rasi al suolo dietro ordine di Silla, solo i templi furono risparmiati. La vita nella città dopo tale batosta riprese con fatica e la maggior parte dei superstiti si stabilì nella zona marittima dove era più facile ricostruire.

Fig. 47.- Lucio Cornelio Silla era colto, elegante e ambiziosissimo.

Nella città vinta e saccheggiata affluirono colonie di veterani romani, che in premio per il loro servizio militare ebbero la maggior parte delle proprietà espropriate ai vinti.
Anche all'Elba e nel territorio compreso dagli antichi confini etruschi s'insediarono colonie romane. Da allora la romanizzazione della città prese un corso rapido e inarrestabile, cominciò così ad un ritmo sempre più veloce il processo di fusione, che in pochi decenni cancellò le ultime espressioni indigene di cultura e di costumi etruschi.