COMMENTO AL VANGELO DOMENICA 29 aprile 2012

Gv 10, 11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».


Il buon pastore dà la vita per le proprie pecore... niente dà più sicurezza del buon pastore, le pecore lo conoscono chi è il buon pastore perché sono miti ma sono molto intelligenti, più dei cani e gatti e ciò è stato anche dimostrato di recente (vedi il sito http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/).

Dunque pecore intelligenti che sanno distinguere i ladroni i furbi ecc. Sembra che non reagiscano... ma al momento opportuno sanno scegliere.

Per prima cosa ascoltano la "sua voce" la voce di chi dice "io sono la verità e la vita" e questo dà a loro anche pace, sicurezza, e orientamento nei verdi pascoli della vita sino a riportarle alla sera, salve, all'ovile. Gesù si è preoccupato di loro, si preoccupa di loro, cioè di noi, ha dato pure la vita affinché abbiamo la vita eterna e la vittoria sulla morte. E molte altre pecore si aggiungeranno al gregge... questa è una promessa che è stata mantenuta e continua a mantenersi. Il vangelo è arrivato fino alla fine del mondo, questa è la vera ed unica "globalizzazione" a cui dobbiamo aspirare, perché ciò unirà i popoli, e le persone ma le unirà su dei valori diversi da quelli odierni del "Dio denaro" del "Lupo finanza" dei falsi pastori dei " governi tecnici" che certamente tolgono la vita invece di darla, fanno aumentare i suicidi e tolgono la speranza di salvezza predicata da Gesù 2000 anni fa. Allora tocca a noi cristiani predicare di nuovo la "buona novella" affinché si attui il buon governo, i buoni partiti, i buoni padroni, e soprattutto la fratellanza e l'amore reciproco.

In questo nuovo ovile c'è spazio per tutti purché riconosciamo il buon pastore, rileggiamo il suo vangelo e lo attuiamo quotidianamente ad iniziare dai nostri cari. Allora, il nostro amore sarà la vera rivoluzione che cambierà il mondo e non le false promesse e le false aspettative che ogni giorno ci vengono propinate da tutti i nostri media e spesso anche da quelli che si considerano cristiani. Infatti invece di parlare di vangelo nelle nostre case si perdono in trasmissioni futili o in noiose preghiere ripetitive dimenticando ciò che ha detto Gesù "Quando pregate non fate come i pagani che moltiplicano inutilmente vane parole " o formule diciamo noi. Pregare vuol dire parlare con Dio a tu per tu "pregate nel segreto della vostra stanza" e del nostro cuore diciamo noi. Allora pregare sarà anche agire e non stare solo nelle panche di una chiesa ma andare nel mondo facendo ciò che faceva Gesù e che fa oggi attraverso di noi. Svegliatevi! L'ora della conversione è qui, ora... e agite come agisce Gesù amando, amando, amando... e richiamando i peccatori, o chi non cosa fa, o chi non conosce, alla conversione e alla realizzazione di un "ovile di pace".


p.s. Oggi più che mai, chi veglia sulla nostra nazione "il nostro ovile" è un mercenario, e non è certo disposto a dare "la vita per le sue pecore". Vede arrivare il "lupo della finanza" e scappa... ma forse la verità è che anche lui è complice di questa strage annunciata.

Prima che sia troppo tardi anche la chiesa ufficiale agisca non solo a parole contro il temibile futuro che sta per arrivare... ad iniziare dall'obiezione fiscale contro le tasse ingiuste, a usare la sua finanza e le sue banche solo per operazioni solidali a investire solo in azioni finanziarie concrete cioè in aiuto a ditte o progetti veri e non investire mai più su azioni fantasma o speculazioni di vario tipo. Il denaro della chiesa sia reinvestito solo alla luce del Vangelo e contro qualsiasi tipo di usura già condannata da nostri teologi con il "De Usuris" di Bernardino da Siena e rifarsi ai principi economici del "Tractatus de emptione" di Pietro Olivi e nel 1728 aggiornati da Ferdinando Galiani considerato il primo economista (oltre che cattolico) di statura europea.

Non dimentichiamo poi la lettere di Benedetto XIV "Immensa pastorum" 1742 che affermava che " i poveri (cittadini) possiedono un diritto naturale sulle cose necessarie alla loro esistenza" e la casa era ed è certamente tra questi, perciò una tassa sulla prima casa è ampiamente contro il vangelo e la dottrina sociale della chiesa e anche tutte le altre tasse messe solo per arricchire i nostri finanzieri...

Henry