LA SFILATA STORICA

Tutti gli anni sfilano come "baccalà" i protagonisti della sfilata storica per le vie di Piombino. Non parlano, non vedono, non sentono (come le tre scimmiette) e imperterriti seguono nei minimi particolari le indicazioni del loro "regista". La gente li guarda, li riguarda e dice -"Embe ? Tutto qui ?-".

Questa insoddisfazione del pubblico si ripercuote sugli "sfilanti" arrivano all'orecchio degli assessori ed allora si dice che per ora è rimandata ma forse non si farà più!.

Ecco allora che l'Associazione Dei Lettori rileggendo il famoso volume del Cappelletti "Storia di Piombino" ha trovato che ci possono essere diversi modi per rievocare una parte di storia di Piombino e specialmente uno di questi sembra il più adatto affinché la rievocazione storica si rifaccia "più bella e più grande che Pria !".

Anno di grazia 1448 assedio di Piombino. Un anno cruciale per la storia della città un momento in cui la sua libertà fu messa in pericolo dal re di Napoli (Alfonso d'Aragona) In ricordo del fatto troviamo sul volume XIV de "Rerum Italicarum scriptores " di Ludovico Antonio Muratori una composizione poetica di un certo Antonio De Agostini di cui riportiamo l'inizio -"Pognam che fra mondan corri la gloria / di quel che al mondo fu di quella degno, /e degna cosa n'è farne memoria / acciocchè luminoso e chiaro segno / micante si conosca da costoro..."-

Rievochiamo allora quei giorni con i due protagonisti in lotta . I Piombinesi sulle mura

Del Rivellino, gli attaccanti in piazza Verdi e P.zza Edison (con opportuni materassi per attutire la caduta degli assalitori). Gli spettatori troveranno posto in opportune gradinate poste ai limiti delle piazze. La scena della Battaglia (con opportuni colpi di bombarda a salve ) sarà un momento agonistico partecipativo e richiamerà sicuramente molti turisti. La battaglia si dovrebbe svolger in due fasi di due giorni anche perché così si rievocherebbe un altro fatto concomitante alla battaglia. Il re Alfonso durante l'assedio era rimasto senza vettovaglie per le truppe e chiese se per "cortesia" i piombinesi lo rifornissero di qualche pollo per la truppa!. Il consiglio reale si dimostrò superiore ad ogni antagonismo e in linea con le regole della più pura cavalleria e decise di donare al Re ben 60 capi di polli a spese della comunità!.

Ecco allora che la sera del primo giorno di

rievocazione si potrebbe tenere la cena aperta anche ai turisti con gran polli in quantità.

Questa è solo una proposta in "nuce" ai promotori della sfilata se ritengono l'idea valida fare il resto.

A.D.L.

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   &    Licurgo Cappelletti

Storia della città e stato di Piombino Pg. 510 L. 95.000 Edizioni Forni (Bo)

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