La costituzione tradita

"Italicum" la dittatura dei partiti.

Provate a tradurre su Google traduttore, Italicum, dal latino in Italiano, viene fuori stranamente la parola "maculatum" che trasposta dal latino si traduce "ampia macchia".

Niente di più vero una propria ampia macchia sulla nostra Costituzione fondata sul sitema proporzionale vedi art,. 56 e ribadito dalla Consulta.

I cittadini soci così esautorati dai loro diritti quello di eleggere i propri rappresentanti, perché i partiti sono associazioni private e non pubbliche come ci vogliono far credere leggiamo l'articolo 49:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale

Perciò lo scopo dei partiti e di contribuire ad eleggere di rappresentanti e basta.

Tutti i cittadini hanno diritto di fondare e di aderire ad un partito sia nel senso negativo di diritto di non aderire o di cessare di aderire ad un partito.

Perciò non sono indispensabili per le elezioni dei rappresentanti del parlamento e del senato sono solo "un mezzo" e non un fine come ci vogliono far credere ora.

Invece con l'Italicum sono i partiti che decidono quale persone eleggere e in più in modo dittatoriale senza alcun dialogo escludendo dal governo o dalle decisioni una parte importante del paese, con la scusa della governabilità.

Governare vuol dire ammistrare tenendo conto di tutti i cittadini e non solo delle esigenze di parte di loro e il governo decide " nei limiti imposti dalla legge e sotto il controllo del Parlamento."

Di Tutto il parlamento e non solo della maggioranza, perché le idee e i suggermenti o leggi, possono venire proposte da tutti, e non come si farà con L'Italicum ora, in cui deciderà solo la maggioranza. Anche le minoranze hanno le loro idee, e se sono giuste, o condivise, possono essere votate anche queste e non escluse a priori. Altrimenti quando un partito prende il potere con ilnuovo sistema, gli altri possono stare anche a casa, perciò si parla di Dittatura dell'Italicum.

Poi un altro limite è quello della soglia di sbarramento giacchè così le minoranze non potranno mai esprimere posizioni o diritti.

Ci si dimentica che è il parlamento secondo la Costituzione che decide le leggi e non il governo, il governo le attua solo! E nel parlamento più voci ci sono e più democrazia c'è altrimenti si parla di democrazia dimezzata come è ora, spingendo molti a non andare più a votare.

Certo non andare a più a votare fa molto piacere a certi politici, così possono fare quello che vogliono senza più nessuno che si opponga.

Infatti con questo sistema "americano" votano solo i 37 o 40 % votano solo i quadri politici o i loro parenti, i mafiosi e chi deve prendere appalti.

Henry

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Italicum = maculatum

maculatum = ampia macchia


DEMOCRAZIA

Parola composta dal greco demos ("popolo") e kratos ("potere"), indica la forma di Governo nella quale la sovranità appartiene al popolo (art. 1 della Costituzione italiana). Questa sovranità, cioè il potere di comandare, viene esercitata direttamente (per esempio mediante il voto espresso in un referendum) oppure indirettamente, eleggendo dei rappresentanti (i membri del Parlamento). In un regime democratico i cittadini devono, inoltre, godere di una serie di diritti, in mancanza dei quali la loro partecipazione al potere sarebbe puramente formale. Si tratta di quei diritti che sono contenuti nella nostra Costituzione e che si esprimono nella libertà personale, nell'inviolabilità del domicilio, nella libertà di riunione, di associazione, di parola e così via.

ARTICOLO 56

La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno dell’elezione hanno compiuto i venticinque anni di età.
La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Articolo 57
I
l Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.

Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.

Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno.

La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti [cfr. IV] .

 

PARLAMENTO

Indica l'assemblea dei rappresentanti del popolo che, nello Stato moderno, esercita la funzione legislativa (elabora e vota le leggi) e controlla l'operato del Governo. Nel nostro ordinamento, si compone della Camera dei deputati (con sede a Roma, a Montecitorio) di 630 membri e del Senato (con sede sempre a Roma, a Palazzo Madama) di 315 membri più i senatori a vita, nominati dal presidente della Repubblica. Il Parlamento è, pertanto, conosciuto anche come "le Camere". Di solito, le Camere si riuniscono e lavorano separatamente. La Costituzione prevede, però, che in determinate circostanze il Parlamento si riunisca e deliberi in seduta comune: per l'elezione e il giuramento del presidente della Repubblica; per nominare un terzo dei giudici costituzionali e un terzo dei membri del Consiglio superiore della magistratura; per mettere in stato di accusa il presidente della Repubblica per alto tradimento e attentato alla Costituzione.

 

DITTATURA

Sistema di Governo in cui prevale la volontà di un uomo solo (anche se il termine è stato a volte riferito a organi collegiali).

Al popolo è impedito di esercitare la sovranità, anche se il dittatore cerca di ottenere il consenso popolare mediante promesse e azioni esaltanti (demagogia).
La dittatura, quindi, si accompagna alla demagogia e alla propaganda nazionalistica, con lo scopo di dirottare il malcontento popolare verso il "nemico"


l’articolo 49 della Carta costituzionale.

Veniamo dunque alla lettura del testo dell’articolo in questione:
“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”

Si tratta di un testo molto breve, sintetico, che, per essere inteso nel suo pieno significato deve essere sottoposto a un’interpretazione analitica sia letterale che logico-sistematica. Interpretazione che peraltro non presenta, a nostro parere, particolari difficoltà neppure per gli inesperti in materia di diritto.
Passando all’analisi noteremo che nella disposizione costituzionale in esame chiunque può “leggere” le seguenti norme di principio, o princìpi.

A) Principio della “libertà di associazione” in partiti da intendersi sia nel senso positivo di diritto garantito a tutti i cittadini di fondare e di aderire ad un partito sia nel senso negativo di diritto di non aderire o di cessare di aderire ad un partito.

B) Principio della “pluralità” di partiti: il numero dei partiti non può essere limitato; chiunque può prendere l’iniziativa di fondare un nuovo partito. (I limiti alla fondazione e all’attività dei partiti possono essere soltanto quelli previsti per le associazioni in generale stabiliti dagli articoli 17 e 18 della Costituzione: le riunioni devono essere pacifiche e senza armi; le finalità associative non devono essere vietate dalla legge penale; sono vietate le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare).

C) Principio dell’adozione del “metodo democratico” sia nei rapporti con gli altri partiti sia nella propria organizzazione interna.

D) Principio del “libero concorso” di ciascun partito alla formazione della politica nazionale.
I principi sopraelencati ai punti A) e B) si riscontrano intuitivamente nella disposizione in parola e non richiedono ulteriore analisi. da

http://www.plcamagni.it/blogdipier/index.php/component/content/article/464