Ai mezzi di informazione
E p.c. : Al Presidente della Regione Toscana
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Segretario Nazionale della Fiom- Cgil
L estate è quasi terminata
e la situazione dello stabilimento Lucchini di Piombino è
sempre più drammatica. Dopo lo spegnimento dell altoforno,
avvenuto nell aprile scorso, adesso si è fermata
anche la cokeria. In pratica migliaia di persone vivono tra contratti
di solidarietà, pochissimi giorni di lavoro ed il buio
davanti. Nessuna delle promesse del Governo è stata mantenuta:
l impegno a non spegnere l altoforno, larrivo
della Concordia a Piombino e lo stesso accordo di programma appare
di difficile e lunga applicazione. Forse addirittura una grande
scatola vuota. Fin troppo facile constatare che Piombino e i suoi
lavoratori sono stati traditi e abbandonati, senza scrupoli. Anche
la proposta di acquisto dello stabilimento da parte del gruppo
indiano
(ammesso che vada in porto) non può essere la soluzione
definitiva, in quanto assicurerebbe il rientro in fabbrica solo
a 700 persone, riassunte probabilmente, dietro un rigida selezione
che una volta si definiva padronale, con diritti e salari da terzo
mondo. Adesso occorre affermare una sola cosa: ci possiamo salvare
soltanto tutti insieme. Non è accettabile una soluzione
per alcuni, mentre altri restano nell incertezza; così
scateneremmo solo una guerra fra poveri. Lunico percorso
condivisibile è quello che assicura lavoro stabile, con
la salvaguardia dei diritti acquisiti per tutti, lavoratori diretti
e dell indotto. Senza perdere neanche un posto di lavoro.
Questo si può ottenere in un solo modo: tornando a produrre
acciaio allo stabilimento di Piombino. Se per questo occorre che
lo Stato riacquisisca, anche solo in parte, la fabbrica, si pretenda
che lo Stato lo faccia, con forte determinazione. Dopo promesse
tradite e colossali prese in giro, è fin troppo chiaro
che solo la mobilitazione e la lotta dei lavoratori di tutto il
territorio, può servire a non far chiudere Piombino. Ecco
perché da subito bisogna organizzare iniziative talmente
forti e durature da far diventare il caso della siderurgia di
Piombino unemergenza nazionale. Io sono solo un lavoratore
(iscritto alla FIOM) di 54 anni che dal 1980 lavora nella fabbrica
di Piombino. Non ho altro modo di esprimere la necessità
dei riprendere la lotta per i nostri diritti e per il lavoro,
se non quello di mettermi in gioco personalmente. Per cui dalle
ore 8.00 di sabato 30 agosto alle ore 8.00 di lunedì 1°
settembre sarò allingresso della città di
Piombino, nell aiuola pubblica all ingresso della
SOL, facendo lo sciopero della fame. Sarà banale,ma è
vero: chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già
perso!! E se si perde questa volta, lasceremo alle nuove generazioni
un futuro di miseria e disperazione.
Castagneto C.cci 14 agosto 2014
Paolo Francini