LE BEATITUDINI: LA LEGGE DEL REGNO DI DIO

(Mt. 5,1-12)

 

OPPIO O ADRENALINA?
Interroga simpaticamente così il biblista Alberto Maggi, perché se la religione è considerata l'oppio dei popoli, le beatitudini sembrano esserne la conferma. Nessuno nella vita si augura di essere povero, perseguitato, sofferente, anzi se sé in questa situazione cerca di fare di tutto per uscirne. L'avere poi presentato nella Chiesa per lunghissimo tempo le beatitudini come consolazione e premio finale in un'altra vita nei cieli dopo tanto soffrire qui in terra, le ha fatte recepire sovente come stimolo alla rassegnazione e come descrizione di situazioni più da sfuggire che da desiderare. Senza contare che l'aver presentato per lungo tempo le beatitudini come stile di vita adatto solo a categorie di persone con una vocazione particolare, non le fa a tutt' oggi recepire come "la" legge nuova per ogni cristiano, la legge del Regno di Dio e come autentica adrenalina che stimola e dona la carica per camminare su una strada tutta alternativa di vita piena e di gioia, la strada di Gesù. Tanti hanno scritto e studiato seriamente su questo argomento, io propongo a voi solo alcune luci che ci aiutino a comprendere queste "parole di felicità" per accoglierle e tradurle nella concretezza della vita.

L'AMPIO PANORAMA DEL REGNO DI DIO
In questo panorama vanno collocate le beatitudini, se vogliamo comprenderle e viverle con intelligenza e fede. Avevamo già fatto un incontro tutto sul Regno di Dio, ora lo ricontempliamo insieme brevemente. Il Regno di Dio è il comportamento di Dio verso noi umanità. Comportamento pazzesco di accoglienza, di amore, di misericordia, di perdono unilaterali, gratuiti, per sempre e senza pentimenti, verso tutti, nessuno escluso, resosi visibile, concreto e inequivocabile nella vita del Figlio, Dio-Gesù. Comportamento che non si blocca mai davanti al nostro rifiuto e al nostro male, ma che continuamente ci viene riofferto in dono, dono che può farci ricominciare e ripartire sempre per una vita più umana, realizzata, gioiosa. Regno di Dio che non è monarchia, ma familiarità, comunione, amicizia. Regno in cui non esiste un monarca, ma Dio papà buono, l'Abba di Gesù, per il quale siamo tutti figli molto amati. Regno dove noi non siamo sudditi, ma figli del Padre e quindi fratelli e sorelle tra noi. Regno dove non è richiesta l'obbedienza a leggi religiose o morali, perché la legge è osservata dai servi, ma dove si è invece chiamati a vivere la "somiglianza" al gratuito e particolare amore del Padre verso tutti, perché "questa" è richiesta ai figli. Alla luce di questo ampio orizzonte del Regno, le beatitudini acquistano la loro importanza e il loro senso.

LA LEGGE DEL REGNO
Alleanza nuova
Davanti alle folle che lo seguivano con il loro carico di dolori, speranze, aspettative, segno di tutta l'umanità di sempre, Gesù sale sul monte e consegna il grande programma del Regno. Come Mosè era salito su un monte per ricevere da Dio le parole dell'Alleanza con Israele racchiuse nelle "dieci parole di libertà" (i comandamenti), così anche Gesù sale su un monte per emanare egli stesso le parole della nuova alleanza racchiuse nelle otto "parole di felicità" (le beatitudini). Mosè, servo di Dio, sigilla un'alleanza tra i servi e il loro Sìb..:Fe; Gesù, Figlio di Dio, sancisce invece quella dei figli con il padre al quale vogliono assomigliare. Per i cristiani quindi le beatitudini subentrano al decalogo e non sono una difficile montagna da scalare, bensì un dono da accogliere per avere e donare felicità. Vissute dai cristiani, esse renderanno visibile a tutti il Regno di Dio e ne permetteranno la realizzazione, perché è da questo loro comportamento che tutti conosceranno il vero Volto di Dio e il Suo Amore e si sentiranno a loro volta invitati a rispondervi.
Otto beatitudini in settantadue parole
I numeri sono significativi:
Otto è in relazione con l'ottavo giorno, quello della risurrezione, il giorno della vita che è capace di superare la morte. Vivere le beatitudini ci consente di avere una qualità di vita che è da risorti già qui, ora, perché vivendole ci impegniamo a combattere le tante situazioni di morte che ci circondano, ci assaltano, ci intristiscono e poi da risorti anche quando avremo lasciato il nostro limite e saremo vivi con Dio per sempre.
Settantadue erano all'epoca di Gesù i popoli conosciuti: mentre l'alleanza sul Sinai era destinata a un solo popolo, Israele, le beatitudini sono invece l'alleanza di Dio con tutta l'umanità, perché abbia gioia e vita.

Chi osserva "questi" minimi precetti (Mt. 5,17-20)
Interpretato in modo non corretto è un testo che sembra sottolineare l'importanza della Legge antica, mentre invece riguarda proprio le beatitudini. Gli studiosi religiosi e i credenti praticanti.. ultràs.. del tempo, scribi e farisei, vedendo il modo di fare di Gesù e ascoltando le sue parole, avevano il sospetto e la paura che Gesù abolisse la Legge e i Profeti e cioè tutta la loro tradizione religiosa e il progetto di Dio di libertà e di vita piena per il loro popolo, continuamente richiamato, mantenuto vivo e rilanciato dai profeti. Gesù dichiara che con Lui tutto questo non viene distrutto, ma portato a compimento. Con Lui, niente viene meno delle promesse di Dio per Israele, niente viene meno dell'Alleanza, neppure una virgola, però ora con Gesù tutto questo viene realizzato in modo totalmente diverso dalle loro aspettative, totalmente inedito e sconvolgente. Con Gesù il Regno di Dio non sarà per un popolo solo, ma sarà per la vita e il bene di tutta l'umanità. La Legge nuova di questo Regno saranno le beatitudini, chiamate qui "questi minimi precetti", cioè davvero vivibili, in contrapposizione a quelli numerosi della Legge ebraica che erano diventati invivibili per la gente comune. Chi li vivrà e aiuterà gli altri a viverli sarà grande.. ma senza onorificenze!.. nel Regno, perché praticando le beatitudini ha vissuto da figlio del Padre e da fratello-sorella verso tutti. Chi non li ha vissuti e non ha aiutato gli altri a viverli si è escluso dalla logica del Regno e in esso è considerato quindi come persona di poco valore. Gesù insiste nell'affermare che i discepoli devono superare la giustizia vissuta da scribi e farisei, che era l'osservanza scrupolosa della Legge, perché a loro è richiesto di vivere una giustizia superiore, quella dell'osservanza delle beatitudini, attuando una progressiva somiglianza al Dio-Gesù che per primo le ha vissute.

Beati... felici... realizzati
Gesù afferma che la felicità e la realizzazione vere e profonde stanno nel vivere le beatitudini. Una gioia particolare, la stessa che vive Lui, che non nasce dal possedere tante cose e nemmeno dal non sperimentare le fatiche e i drammi che la vita umana comporta. La gioia profonda che scaturisce dal vivere la Legge del Regno consiste nell'attraversare come tutti la vita così come è, scegliendo però di basarsi sui pilastri della figliolanza e della fraternità: figli somiglianti al comportamento del Padre che ci rimanda a vivere da fratelli-sorelle con tutti.

"Guai a voi!"
Luca, nella sua redazione delle Beatitudini, inserisce quattro volte le parole "guai a voi" per chi non vive la legge-programma del Regno. Non è una minaccia di castighi o di ritorsioni, ma è l'esclamazione accorata di chi ci ama: infelici voi, mi dispiace tanto per voi, vi siete giocati la possibilità di una vita realizzata e gioiosa, perché non siete entrati nella logica del Regno e non avete quindi scelto di vivere da figli somiglianti al Padre e da fratelli-sorelle tra voi. E' sempre il solito ritornello, ma la legge del Regno di Dio funziona così...
LE BEATITUDINI
La fondamentale: beati i poveri per lo Spirito
La prima beatitudine non è stata messa a caso dall'evangelista in.. pole position, perché essa è la condizione dalla quale scaturiscono tutte le altre. Gesù non dichiara felici i disgraziati della terra, quelli che l'ingiustizia della società o le "sfighe" della vita hanno reso poveri, ma afferma invece che sono beati "i poveri per lo Spirito". Beati cioè coloro che avendo scelto di seguire Gesù sono animati dal Suo Spirito e proprio a causa di questa potente forza interiore decidono di entrare volontariamente nella condizione di povertà, di abbassamento e di spogliamento. Non per andare però ad aggiungersi ai tanti, troppi, derelitti che !'umanità produce, ma per vivere la condivisione fraterna che aiuti i poveri ad uscire dalla loro condizione. Dio non vuole né ricchezza né povertà, ma sempre richiede la fraternità e la beatitudine dei "poveri per lo Spirito" consiste allora proprio nel scegliere di spogliarsi in tanti modi diversi per vivere decisamente da figli e da fratelli della famiglia che è il Regno di Dio, fidandosi totalmente dell'Amore del Padre. In una famiglia ciascuno non considera solo la propria felicità e il proprio benessere, ma si sente fraternamente responsabile della felicità e del benessere di tutti gli altri. In una famiglia non esiste la beneficenza verso i singoli membri, ma si attua la condivisione fraterna per l'uguaglianza che consiste nel donare a tutti pari opportunità, perché ciascuno possa realizzare positivamente la propria vita a seconda delle diverse situazioni, capacità, interessi. Ben lontano da appiattimenti o deleterie standardizzazioni, dallo Spirito Santo scaturiscono invece solo una povertà positiva e creativa e uno spogliamento liberante che non producono altri poveri e spogliati, ma solo fratelli tutti sfamati, tutti vestiti, tutti con pari opportunità.

Le altre beatitudini sono conseguenza della prima
I misericordiosi, i puri di cuore, i miti, i costruttori di pace... non sono categorie particolari di persone, ma sono le conseguenze, gli effetti, che scaturiscono tutti in una stessa persona che avendo acconsentito all'azione potente dello Spirito si è fatta povera, per essere fratello-sorella. E' la povertà per la fraternità che mi fa essere puro di cuore, non idolatra. E' la povertà per la fraternità che mi fa piangere con chi è nel pianto e rallegrarmi con chi è nella gioia, portando a tutti consolazione. E' lo spogliamento per la fraternità che mi fa mite, misericordioso. E' l'abbassamento liberante per la fraternità che mi fa operatore di pace e di giustizia... L'importante è allora comprendere bene la prima beatitudine, lasciandoci illuminare positivamente dalla Parola e liberandoci dalle tante idee non evangeliche accumulate sulle parole "poveri" e "povertà".

NON "beata la povertà" MA...
Ancora qualche sottolineatura per aiutarci a comprendere la positività di una vita che è entrata nella logica del Regno di Dio e ne ha accettato la sua Legge. Gesù non ha detto: beata la povertà, ma beato chi "COME" Lui si fa povero perché si fa fratello. Gesù non ha detto: beato il pianto, la sofferenza, ma beato chi "COME" Lui sa attraversarP il pianto inevitabile della vita da fratello­sorella solidale con tutti e beato anche chi piange lui per non provocare il pianto negli altri. Gesù non ha detto: beata la mitezza intesa come paura arrendevole, ma beato chi "COME" Lui si fa coraggiosamente mite per instaurare relazioni fraterne e alternative. Gesù non ha detto: beata la giustizia ottenuta a tutti i costi, magari spaccando tutto o eliminando il nemico, ma beato chi si comporta da "giusto" sempre, in ogni situazione quotidiana, professionale, sociale o politica, perché così testimonia la fraternità autentica, "COME" Lui. Gesù non ha detto: beato chi sta in pace, ma beato chi "COME" Lui perde la propria pace per costruire fattivamente pace per tutti i fratelli e le sorelle. Gesù non ha detto: beata la misericordia che si imparenta con l'impunità, ma beato chi "COME" Lui incontra tutti con animo misericordioso, per ricuperare i fratelli e le sorelle a una vita rinnovata dall'Amore. Gesù non ha detto: beata la persecuzione, ma beato chi avendo scelto di vivere "COME" Lui da figlio somigliante al Padre e da fratello-sorella con tutti ne accetta le conseguenze di persecuzione e di vendetta da parte di chi opprime, umilia, fa ingiustizia, persegue la violenza e ama il potere che schiavizza.
Adrenalina pura che spinge all'impegno per la gioia di tutti
Ogni cristiano è invitato a conoscere bene questa Legge del Regno di Dio, approfondendo magari così ogni beatitudine: come Gesù si è fatto povero, perché, verso chi? Come Gesù è stato costruttore di pace e di giustizia, perché, verso chi? Come Gesù è stato mite, misericordioso, perché, verso chi? E così via... Scopriremo allora che le beatitudini, come tutto il Vangelo, ben lontane dall'essere oppio dei popoli sono invece adrenalina pura, che ci spinge a testimoniare, come singoli e come comunità, la Legge del Regno di Dio, impegnandoci concretamente per realizzarla e accettandone le conseguenze. Aiutandoci reciprocamente e rallegrandoci del dono di ciascuno che sottolineando più intensamente una beatitudine stimola tutti a viverle con coraggio e creatività, saremo capaci di vedere le beatitudini vissute anche fuori dalla Chiesa e unirci a questi perché il Regno si realizzi oggi nella nostra storia.

Ricompense al presente e al futuro
Le beatitudini prevedono una ricompensa.. ma di quale tipo? Per la prima e l'ultima essa è al presente, per le altre è al futuro.
"Beato chi si fa povero per lo Spirito... Beati i perseguitati per la giustizia... perché di questi è il Regno dei cieli". Chi per la forza dello Spirito Santo sceglie la condizione di povertà per la fraternità, ha in mano la chiave giusta per sperimentare ora la gioia del Regno di Dio, perché essa non riguarda solo l'aldilà, la felicità in un paradiso futuro, ma è anche e soprattutto la gioia di fare oggi, in questa nostra storia umana, le stesse scelte di Dio-Gesù che donano vita e felicità al mondo: somigliare al Padre e vivere la fraternità con tutti. Siccome poi la pratica delle beatitudini scatena inevitabilmente la persecuzione da parte di chi si sente minacciato da questa modalità di vita e siccome Dio sta sempre dalla parte dei perseguitati e mai dei persecutori, la gioia e la ricompensa al presente sono in fondo solo quelle di sapere che si sta dalla parte di Dio, che si sta servendo il Regno ora per la vita e il bene di tutti. Questa è la gioia profonda e piena del Regno e chi ne ha fatto l'esperienza lo può testimoniare.
• Le altre beatitudini la cui promessa di ricompensa è al futuro ci suggeriscono che:
a) Quando qualcuno ha incominciato a spogliarsi per rivestirsi di Gesù Cristo e diventare così figlio somigliante al Padre e fratello-sorella di tutti, in questa persona si è instaurato un processo di crescita attraverso il quale più vivrà le beatitudini più sperimenterà gli effetti che esse promettono: consolazione, misericordia, vedere Dio, essere chiamato figlio Suo, stare coraggiosamente solo dalla parte dei perseguitati.. .ecc...
b) Se i singoli e le comunità di discepoli di Gesù mettono in pratica la Legge del Regno, l'umanità, a cominciare da quella vicinissima con la quale viviamo quotidianamente, sperimenterà le promesse delle beatitudini: si sentirà consolata, verrà avvolta dalla misericordia, sarà saziata, conoscerà l'amore e l'abbraccio di Dio Padre, capirà cosa vuol dire vivere da figli Suoi ... ecc...

CONCLUDENDO
Nei Vangeli ci sono diverse altre beatitudini: beati coloro che ascoltano la Parola e la vivono (a Maria, la madre e a tutti); beato chi crederà senza avere visto (a Tommaso); sarete beati quando metterete in pratica queste cose (alla lavanda dei piedi); beato chi non si scandalizzerà di me (a Giovanni Battista); beato chi ascolterà e comprenderà le Parole profetiche di questo libro (Apocalisse)... e quante altre. Se in una lettura ci capitano davanti, proviamo a rifletterci e scopriremo che tutte vanno nel senso di aiutarci a sperimentare la felicità che viene dal vivere da figli somiglianti al Padre e da fratelli-sorelle tra noi.
Le beatitudini sono dunque un cammino che fa sviluppare la nostra umanità migliore, porta a realizzare per tutti una straordinaria pienezza di vita che contrasta decisamente il male e la morte, fa avanzare l'autentico bene per l'umanità e il mondo di cui tutti siamo responsabili.