SINODO DEI VESCOVI III ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA

LE SFIDE PASTORALI NEL CONTESTO DELL'EVANGELIZZAZIONE

 
 Il documento ufficiale LE DOMANDE:

 

I - Il Sinodo: famiglia ed evangelizzazione

La missione di predicare il Vangelo a ogni creatura è stata affidata direttamente dal Signore ai suoi discepoli e di essa la Chiesa è portatrice nella storia. Nel tempo che stiamo vivendo l’evidente crisi sociale e spirituale diventa una sfida pastorale, che interpella la missione evangelizzatrice della Chiesa per la famiglia, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale.

Proporre il Vangelo sulla famiglia in questo contesto risulta quanto mai urgente e necessario. L’importanza del tema emerge dal fatto che il Santo Padre ha deciso di stabilire per il Sinodo dei Vescovi un itinerario di lavoro in due tappe: la prima, l’Assemblea Generale Straordinaria del 2014, volto a precisare lo “status quaestionis” e a raccogliere testimonianze e proposte dei Vescovi per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia; la seconda, l’Assemblea Generale Ordinaria del 2015, per cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia.

Si profilano oggi problematiche inedite fino a pochi anni fa, dalla diffusione delle coppie di fatto, che non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea, alle unioni fra persone dello stesso sesso, cui non di rado è consentita l’adozione di figli. Fra le numerose nuove situazioni che richiedono l’attenzione e l’impegno pastorale della Chiesa basterà ricordare: matrimoni misti o inter-religiosi; famiglia monoparentale; poligamia; matrimoni combinati con la conseguente problematica della dote, a volte intesa come prezzo di acquisto della donna; sistema delle caste; cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo; forme di femminismo ostile alla Chiesa; fenomeni migratori e riformulazione dell’idea stessa di famiglia; pluralismo relativista nella concezione del matrimonio; influenza dei media sulla cultura popolare nella comprensione delle nozze e della vita familiare; tendenze di pensiero sottese a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale; diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in affitto); nuove interpretazioni dei diritti umani. Ma soprattutto in ambito più strettamente ecclesiale, indebolimento o abbandono della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale.

Da tutto questo si comprende quanto urgente sia che l’attenzione dell’episcopato mondiale “cum et sub Petro” si rivolga a queste sfide. Se ad esempio si pensa al solo fatto che nell’attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende quanto urgenti siano le sfide poste all’evangelizzazione dalla situazione attuale, peraltro diffusa in ogni parte del “villaggio globale”. Questa realtà ha una singolare rispondenza nella vasta accoglienza che sta avendo ai nostri giorni l’insegnamento sulla misericordia divina e sulla tenerezza nei confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali: le attese che ne conseguono circa le scelte pastorali riguardo alla famiglia sono amplissime. Una riflessione del Sinodo dei Vescovi su questi temi appare perciò tanto necessaria e urgente, quanto doverosa come espressione di carità dei Pastori nei confronti di quanti sono a loro affidati e dell’intera famiglia umana.

 

II - La Chiesa e il vangelo sulla famiglia

La buona novella dell’amore divino va proclamata a quanti vivono questa fondamentale esperienza umana personale, di coppia e di comunione aperta al dono dei figli, che è la comunità familiare. La dottrina della fede sul matrimonio va presentata in modo comunicativo ed efficace, perché essa sia in grado di raggiungere i cuori e di trasformarli secondo la volontà di Dio manifestata in Cristo Gesù.         

Circa il richiamo delle fonti bibliche su matrimonio e famiglia, in questa sede si riportano solo i riferimenti essenziali. Così pure per i documenti del Magistero sembra opportuno limitarsi ai documenti del Magistero universale della Chiesa, integrandoli con alcuni testi del Pontificio Consiglio della Famiglia e rimandando ai Vescovi partecipanti al Sinodo il compito di dar voce ai documenti dei loro rispettivi organismi episcopali.

In ogni tempo e nelle più diverse culture non è mai mancato né l’insegnamento chiaro dei pastori né la testimonianza concreta dei credenti, uomini e donne, che in circostanze molto differenti hanno vissuto il Vangelo sulla famiglia come un dono incommensurabile per la vita loro e dei loro figli. L’impegno per il prossimo Sinodo Straordinario è mosso e sostenuto dal desiderio di comunicare a tutti, con incisività maggiore, questo messaggio, sperando così che «il tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più il cuore degli uomini» (DV 26).

Il progetto di Dio Creatore e Redentore

La bellezza del messaggio biblico sulla famiglia ha la sua radice nella creazione dell’uomo e della donna fatti entrambi a immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1,24-31; 2, 4b-25). Legati da un vincolo sacramentale indissolubile, gli sposi vivono la bellezza dell’amore, della paternità, della maternità e della dignità suprema di partecipare così alla opera creatrice di Dio.

Nel dono del frutto della loro unione assumono la responsabilità della crescita e dell’educazione di altre persone per il futuro del genere umano. Attraverso la procreazione l’uomo e la donna compiono nella fede la vocazione all’essere collaboratori di Dio nella custodia del creato e nella crescita della famiglia umana.

Il Beato Giovanni Paolo II ha commentato quest’aspetto nella Familiaris Consortio: «Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (cf. Gen 1,26s): chiamandolo all’esistenza per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore. Dio è amore (1Gv 4,8) e vive in se stesso un mistero di comunione personale d’amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio iscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione (cf. Gaudium et Spes, 12). L’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano» (FC, n. 11).

Questo progetto di Dio creatore, che il peccato originale ha sconvolto (cf. Gn 3, 1-24), si è manifestato nella storia attraverso le vicende del popolo eletto fino alla pienezza dei tempi, allorché, con l’incarnazione il Figlio di Dio non solo confermò la volontà divina di salvezza, ma con la redenzione offrì la grazia di obbedire a questa medesima volontà.

Il Figlio di Dio, Verbo fatto carne (cf. Gv 1,14) nel grembo della Vergine Madre è vissuto e cresciuto nella famiglia di Nazaret, e ha partecipato alle nozze di Cana di cui ha arricchito la festa con il primo dei suoi “segni” (cf. Gv 2,1-11). Egli ha accettato con gioia l’accoglienza familiare dei suoi primi discepoli (cf. Mc 1,29-31; 2,13-17) e ha consolato il lutto della famiglia dei suoi amici a Betania (cf. Lc 10,38-42; Gv 11,1-44).

Gesù Cristo ha ristabilito la bellezza del matrimonio riproponendo il progetto unitario di Dio, che era stato abbandonato per la durezza del cuore umano persino all’interno della tradizione del popolo di Israele (cf. Mt 5,31-32; 19.3-12; Mc 10,1-12; Lc 16,18). Tornando all’origine Gesù ha insegnato l’unità e la fedeltà degli sposi, rifiutando il ripudio e l’adulterio.

Proprio attraverso la straordinaria bellezza dell’amore umano – già celebrata con accenti ispirati nel Cantico dei Cantici, e del legame sponsale richiesto e difeso da Profeti come Osea (cf. Os 1,2-3,3) e Malachia (cf. Ml 2,13-16) –, Gesù ha affermato l’originaria dignità dell’amore dell’uomo e della donna.

L’insegnamento della Chiesa sulla famiglia

Anche nella comunità cristiana primitiva la famiglia apparve come la «Chiesa domestica» (cf. CCC,1655): Nei cosiddetti “codici familiari” delle Lettere apostoliche neotestamentarie, la grande famiglia del mondo antico è identificata come il luogo della solidarietà più profonda tra mogli e mariti, tra genitori e figli, tra ricchi e poveri (cf. Ef 5,21-6,9; Col 3,18-4,1; 1Tm 2,8-15; Tt 2,1-10; 1Pt 2,13-3,7; cf. inoltre anche la Lettera a Filemone). In particolare, la Lettera agli Efesini ha individuato nell’amore nuziale tra l’uomo e la donna «il mistero grande», che rende presente nel mondo l’amore di Cristo e della Chiesa (cf. Ef 5,31-32).

Nel corso dei secoli, soprattutto nell’epoca moderna fino ai nostri giorni, la Chiesa non ha fatto mancare un suo costante e crescente insegnamento sulla famiglia e sul matrimonio che la fonda. Una delle espressioni più alte è stata proposta dal Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes, che trattando alcuni dei problemi più urgenti dedica un intero capitolo alla promozione della dignità del matrimonio e della famiglia, come appare nella descrizione del suo valore per la costituzione della società: «la famiglia, nella quale le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e ad armonizzare i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale, è veramente il fondamento della società» (GS 52). Di speciale intensità è l’appello a una spiritualità cristocentrica per gli sposi credenti: «i coniugi stessi, creati ad immagine del Dio vivente e muniti di un’autentica dignita` personale, siano uniti da un uguale mutuo affetto, dallo stesso modo di sentire, da comune santita`, così che, seguendo Cristo principio di vita nelle gioie e nei sacrifici della loro vocazione, attraverso il loro amore fedele possano diventare testimoni di quel mistero di amore che il Signore ha rivelato al mondo con la sua morte e la sua risurrezione» (GS 52).

Anche i Successori di Pietro dopo il Concilio Vaticano II hanno arricchito con il loro Magistero la dottrina sul matrimonio e sulla famiglia, in particolare Paolo VI con la Enciclica Humanae vitae, che offre specifici insegnamenti di principio e di prassi. Successivamente il Papa Giovanni Paolo II nella Esortazione Apostolica Familiaris Consortio volle insistere nel proporre il disegno divino circa la verità originaria dell’amore sponsale e della famiglia: «Il “luogo” unico, che rende possibile questa donazione secondo l’intera sua verità, è il matrimonio, ossia il patto di amore coniugale o scelta cosciente e libera, con la quale l’uomo e la donna accolgono l’intima comunità di vita e d’amore, voluta da Dio stesso (cfr. Gaudium et Spes, 48), che solo in questa luce manifesta il suo vero significato. L’istituzione matrimoniale non è una indebita ingerenza della società o dell’autorità, né l’imposizione estrinseca di una forma, ma esigenza interiore del patto d’amore coniugale che pubblicamente si afferma come unico ed esclusivo perché sia vissuta così la piena fedeltà al disegno di Dio Creatore. Questa fedeltà, lungi dal mortificare la libertà della persona, la pone al sicuro da ogni soggettivismo e relativismo, la fa partecipe della Sapienza creatrice»(FC 11).

Il Catechismo della Chiesa Cattolica raccoglie questi dati fondamentali: «L’alleanza matrimoniale, mediante la quale un uomo e una donna costituiscono fra loro un’intima comunione di vita e di amore, è stata fondata e dotata di sue proprie leggi dal Creatore. Per sua natura è ordinata al bene dei coniugi così come alla generazione e all’educazione della prole. Tra battezzati essa è stata elevata da Cristo Signore alla dignità di sacramento [cf. Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes, 48; Codice di Diritto Canonico, 1055, 1]» (CCC 1660).

La dottrina esposta nel Catechismo tocca sia i principi teologici sia i comportamenti morali, trattati sotto due titoli distinti: Il sacramento del matrimonio (nn. 1601-1658) e Il sesto comandamento (nn. 2331-2391). L’attenta lettura di queste parti del Catechismo procura una comprensione aggiornata della dottrina della fede a sostegno dell’azione della Chiesa davanti alle sfide odierne. La sua pastorale trova ispirazione nella verità del matrimonio visto nel disegno di Dio che ha creato maschio e femmina e nella pienezza del tempo ha rivelato in Gesù anche la pienezza dell’amore sponsale elevato a sacramento. Il matrimonio cristiano fondato sul consenso è anche dotato di propri effetti quali sono i beni e i compiti degli sposi, tuttavia non è sottratto al regime del peccato (cfr. Gen 3,1-24) che può procurare ferite profonde e anche offese alla dignità stessa del sacramento.

La recente Enciclica di Papa Francesco, Lumen Fidei, parla della famiglia nel suo legame con la fede che rivela «quanto possono essere saldi i vincoli tra gli uomini quando Dio si rende presente in mezzo ad essi» (LF 50). «Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cf. Gn 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore. Fondati su quest’amore, uomo e donna possono promettersi l’amore mutuo con un gesto che coinvolge tutta la vita e che ricorda tanti tratti della fede. Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla persona amata» (LF 52). «La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità» (LF 53).

 

III - Questionario

Le seguenti domande permettono alle Chiese particolari di partecipare attivamente alla preparazione del Sinodo Straordinario, che ha lo scopo di annunciare il Vangelo nelle sfide pastorali di oggi circa la famiglia.

1 - Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia

a) Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia, della “Gaudium et Spes”, della “Familiaris Consortio” e di altri documenti del Magistero postconcilare sul valore della famiglia secondo la Chiesa Cattolica? Come i nostri fedeli vengono formati alla vita familiare secondo l’insegnamento della Chiesa?

b) Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali?

c) Come l’insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto dei programmi pastorali a livello nazionale, diocesano e parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia?

d) In quale misura – e in particolari su quali aspetti – tale insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia?

2 - Sul matrimonio secondo la legge naturale

a) Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare? Quali visioni dell’antropologia sono sottese a questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia?

b) Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale?

c) Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione tra l’uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali?

d) Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarino non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne conseguono?

3 - La pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione

a) Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al matrimonio? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come “Chiesa domestica”?

b) Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla complessità della vita e della cultura attuale?

c) Nell’attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede?

d) In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare percorsi esemplari?

e) Qual è l’apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare in ordine alla diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile oggi?

f) Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in crisi?

4 - Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili

a) La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente?

b) Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Vi sono dati statistici affidabili?

c) I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti?

d) In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti?

e) Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti?

f) Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali forme?

g) Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede?

5 - Sulle unioni di persone della stesso sesso

a) Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?

b) Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?

c) Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni?

d) Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?

6 - Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari

a) Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite?

b) Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in generale della religione?

c) Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di offrire un’educazione cristiana ai propri figli?

d) Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l’amministrazione del sacramento e l’accompagnamento?

7 - Sull’apertura degli sposi alla vita

a) Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti in materia dal punto di vista pastorale?

b) È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?

c) Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae?

d) Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza e nella partecipazione all’eucaristia?

e) Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l’educazione civile al riguardo?

f) Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la crescita delle nascite?

8 - Sul rapporto tra la famiglia e persona

a) Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia è un luogo privilegiato perché questo avvenga?

b) Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo all’incontro della persona con Cristo?

c) In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita familiare?

9 - Altre sfide e proposte

Ci sono altre sfide e proposte riguardo ai temi trattati in questo questionario, avvertite come urgenti o utili da parte dei destinatari?

 

 
 Le RISPOSTE delle nostre PArrocchie

LE SFIDE PASTORALI SULLA FAMIGLIA NEL CONTESTO DELL'EVANGELIZZAZIONE

RISPOSTE AL QUESTIONARIO DEL DOCUMENTO PREPARATORIO

(Rispondono i trenta membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali delle parrocchie di "San Bernardino da Siena" e "Vergine SS.ma del Rosario" della Diocesi di Massa Marittima-Piombino, dopo aver consultato un buon numero di fedeli delle stesse parrocchie. Inviato per conoscenza alla Curia della nostra diocesi)

1) Sulla diffusione della Sacra scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia
• La conoscenza degli insegnamenti del Magistero sulla famiglia è generalmente scarsa e sovente nulla. Diversi i motivi:
a) Viviamo una evidente crisi sociale e spirituale dove gli insegnamenti della Chiesa sono snobbati per autosufficienza culturale, per edonismo esagerato, per esserci imbevuti di scorrette informazioni sull'argomento trasmesseci da diversi media che ci hanno appiattititi su un certo relativismo e anche perché luci e modelli della società sembrano più appetibili e appaganti, vanificando tutto il resto.
b) Non si è a priori contro l'insegnamento della Chiesa sulla famiglia, ma i suoi documenti sono troppi, il loro linguaggio è sovente difficile, calato dall'alto da chi non vive l'esperienza di coppia e di famiglia e recepito quindi distante dalla vita reale. Oggi la gente legge, si informa, ragiona autonomamente e quindi il pensiero della Chiesa è uno tra i tanti, un pensiero che si può confrontare con altri percepiti come più aggiornati e competenti. Si rifiuta il pensiero della Chiesa che sovente "condanna a prescindere", lontana dal dialogo e dall'accoglienza.
• Nelle nostre due parrocchie si è fatta rnr?mente una f^rmazi^ne specifica per %;ri%, ma esiste una formazione permanente fondata sulla Parola di Dio riflettuta in piccole comunità che si riuniscono nelle case. Famiglie e altri componenti del popolo di Dio ci riuniamo in una famiglia per conoscere Gesù e la Sua Buona Notizia, ascoltare Lui e la Vita e a queste luci ci si confronta e ci si aiuta a vivere da discepoli in ogni nostro ambito quotidiano. Questo ascolto vitale della Parola, insieme all'Eucaristia domenicale, ci rende protagonisti della nostra crescita per diventare sempre più adulti responsabili nella fede, progressivamente capaci di discernimento per vivere da cristiani anche la vita di coppia e familiare.
• Vivendo in un contesto a bassissima pratica religiosa e dove sovente un solo coniuge partecipa alla vita ecclesiale, riteniamo che non è la famiglia il fondamento della Chiesa, ma è l'insieme delle relazioni rinnovate secondo il Vangelo che fondano e la Chiesa e la famiglia. Queste relazioni irradiano poi la vita buona di Gesù sia nella Chiesa, sia nelle rispettive famiglie, sia negli ambiti della nostra quotidianità.

2) Sul matrimonio secondo la legge naturale
• Dalla gente comune generalmente la legge naturale è intesa come unione tra uomo e donna. Oggi però, a partire da livelli istituzionali, accademici ed educativi, fino a propagarsi come mentalità sempre più diffusa, anche tra i credenti il concetto di legge naturale lo si estende all'unione tra due persone che si amano, indipendentemente dal sesso di appartenenza. Alla luce del progredire di alcune scienze (es. antropologia, sociologia, psicologia...) così come del costante aggiornamento degli studi biblici e teologici, la Chiesa deve cercare un cammino di dialogo e di ripensamento aperto su questa questione, coinvolgendo studiosi e pensatori cristiani anche sposati e di genere femminile.

• Quando richiedono il matrimonio non credenti o cristiani non praticanti, si approfitta delle richieste per far conoscere la Parola che annuncia l'Amore incondizionato e appassionato di Dio per l'umanità, lasciando che il seme donato possa crescere e aprirsi con libertà a risposte di Amore a questo Amore che sempre ci precede.

3) La pastorale della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione
• Essendo forte minoranza coloro che richiedono il sacramento del matrimonio, nelle nostre parrocchie si attuano per questi candidati percorsi personalizzati, condotti dal parroco e da altre persone preparate, così come per quelli che chiedono per sé da adulti, o per i loro figli, i sacramenti dell'iniziazione cristiana, mentre la comunità con pazienza e misericordia accoglie e gioisce. La Parola ci educa permanentemente all'accoglienza verso tutti con il bel risultato di sentirci tutti in famiglia, malgrado le inevitabili difficoltà.
• L'esperienza degli incontri su Parola e Vita nelle case ha influenzato positivamente la nostra vita in famiglia tra coniugi e con i figli, con valori evangelici irradiati anche se questi famigliari non partecipano esplicitamente alla vita ecclesiale. Diverse famiglie poi possono solo dare ai figli e a tutti testimonianza evangelica con l'esempio quotidiano di vita e con la partecipazione libera e fedele alla vita della comunità cristiana.

4) Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili
• Oggi è molto più numerosa la percentuale di chi vive in libertà i rapporti di coppia, anche quelli sessuali, rispetto a chi segue le regole ecclesiali. Molti fedeli vivono il "fai da te", non necessariamente contro gli insegnamenti tradizionali, ma perché ormai tanta gente è abituata a valutare più fattori culturali, tra i quali il diritto acquisito della parità tra uomo e donna. Non sembra più possibile ari-occarsi su posizioni fisse e valide per tutti, utti, da'
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scaturisce una morale recepita come un peso caricato indistintamente sulle spalle di tutti e difficile da portare.
• Consapevoli che i casi che portano alla separazione tra coniugi sono molti e molto complessi, nelle nostre due comunità parrocchiali i casi irregolari non vengono né respinti, né emarginati, ma a tutti vengono fatte proposte di riscoperta della vita cristiana e non viene loro negato nessun sacramento. Crediamo nell'immensa misericordia di Dio che non ci affida il diritto di giudicare, ma il dovere di accompagnare tutti con gli stessi sentimenti del cuore di Gesù, facendoci carico delle sofferenze e delle ferite curate anche dagli stessi sacramenti, primo fra tutti l'Eucaristia. La Chiesa, discepola del Suo Signore, dovrebbe avviarsi sulla strada del "dare un'altra opportunità", come ha sempre fatto Gesù, il Dio "con" noi. A questo stile ci siamo arrivati progressivamente, illuminati dalla Parola e da un comune sentire presente e in aumento in diverse parti della Chiesa.
• Non siamo degli esperti, però la dichiarazione di nullità di matrimonio ci sembra una contraddizione in termini. Come può la Chiesa dichiarare nullo un matrimonio che ha visto come ministri i coniugi stessi? Comunque: sì, snellire può aiutare, ma forse inventando percorsi diocesani più pastorali che giuridici, affidati a pastori illuminati e a coppie sagge e preparate, che coltivano in sé stessi e insieme lo stesso sentire di Dio.

5) Sulle unioni di persone dello stesso sesso
• Nel nostro territorio, da quello che sappiamo, non esistono leggi che paragonano le unioni omosessuali al matrimonio, ma è opinione diffusa che si debbano riconoscere i diritti civili per tali unioni, così da permettere ai due mutua assistenza. Non sono invece accettate dimostrazioni pubbliche, eclatanti e folcloristiche di tali situazioni e ci sembra che l'opinione pubblica sia in larga parte contraria all'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.
• In questo campo si respira chiusura da parte della Chiesa. Se nascono individui con questa tendenza non è colpa loro, siamo in un mondo imperfetto. La Chiesa dovrebbe vedere in essi non il tipo di unione che esiste tra loro, ma persone che sono amate e che si amano, aventi il diritto di sentirsi vicini a Dio, o meglio di conoscere Dio-Gesù che si è già fatto vicino a tutti.
• Nessuna discriminazione poi per eventuali bambini da loro adottati che si avvicinano alla vita cristiana. Entrando in una comunità per seguire percorsi educativi, entrano in un luogo dove ci sono famiglie ed è questo clima familiare che contribuirà a dare un elemento formativo importante, che essi integreranno con tanti altri elementi per la loro crescita nella vita.

6) Sull'educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari
Chi si trova in situazioni matrimoniali irregolari chiede i sacramenti proprio come fanno la maggioranza dei "regolari" che però da tempo non partecipano più alla vita della comunità cristiana. Ci viene da chiederci quindi dove stanno le irregolarità! Da noi viene semplicemente fatta la proposta a tutte le famiglie di conoscere Gesù, lasciando libertà e tenendo sempre aperte porte e cuore ad accoglienza, dialogo e accompagnamento per una crescita nella vita cristiana con tutte le sue conseguenze.

7) Sull'apertura degli sposi alla vita
• L'Humanae Vitae non è Vangelo. E' indubbiamente sensata, ma in diversi passaggi, specialmente quando parla della procreazione, dimostra di non coniprendere tante cose sulla sessualità e sulle diverse dinamiche esistenti nella vita di coppia. Tante coppie chiedono che la Chiesa lasci che l'amore, espresso anche nella libertà e nella spontaneità dei rapporti sessuali che scaturiscono dalla loro vita in comune, sia l'ingrediente che trasforma le relazioni e la vita di coppia, senza più essere messo sotto tutela da estranei. Oggi comunque tanti fedeli praticanti, specie giovani, si sentono liberi in questo campo, partecipano alla vita ecclesiale e accedono all'Eucaristia scindendo, com'è giusto, questo sacramento da quello della Riconciliazione.
• La non natalità o la limitata natalità è data oggi da diversi fattori: la donna non si considera più solo come soggetto di procreazione; le ansie e le paure indotte dalle crisi dell'economia e del lavoro; non avere il supporto delle famiglie di origine per accudire ai bimbi; ritenere che l'apertura alla vita consista in una apertura a 360°, anche nel campo dell'impegno per il bene comune e non necessariamente ed esclusivamente nella procreazione.
• I motivi egoistici di non apertura alla vita sono un male che di per sé stesso finisce per ingessare la persona nel proprio individualismo egoista rendendola infelice. La Chiesa allora, invece di continuare a creare sensi di colpa o di porsi come giudice di questi "peccatori", impari a tacere, ad ascoltare e a dialogare molto, lasciando che siano gli sposi stessi, illuminati dal Signore, a scegliere e a darsi le risposte che ritengono le migliori per la felicità e la realizzazione della loro vita di coppia e del loro cammino di fede.

8) Sul rapporto tra la famiglia e la persona
• L'ostacolo principale all'incontro con Gesù siamo noi stessi e non solo le situazioni critiche della famiglia o della società. Tutti comunque siamo attraversati da dubbi e visitati da difficoltà, ma se condivisi e gestiti insieme come momenti di crescita, possono aiutare tutta la famiglia a maturare. Ci sono ancora non poche coppie che testimoniano una unione portata avanti con fedeltà, non perché sono mancati i problemi, ma perché si sono affrontati insieme nell'affetto reciproco e nella ricerca comune.
• Osiamo però dire che, insieme a tante situazioni critiche presenti nelle famiglie, sono anche le vite di vescovi e preti, i rapporti non liberi, non fraterni e non familiari tra loro, il loro barricarsi dietro a precetti e a barriere, a frenare e a non lasciare vedere il volto di Amore del nostro Dio-Gesù. La fede scaturisce solo accostandoci a un Dio-Amore che ci fa innamorare. La Chiesa ci fa innamorare su queste cose?
9) Altre sfide e proposte
• Per Gesù la famiglia non consiste solo in una coppia con figli, ma è famiglia anche e soprattutto la comunità cristiana, l'unione di persone che come Suoi discepoli ascoltano la Parola e camminano insieme amandosi e aiutandosi a vivere la volontà del Padre. Allora: famiglia fondamento della comunità cristiana, oppure Chiesa Famiglia che, integrando maschile e femminile e vivendo relazioni familiari rinnovate al proprio interno, stimola, aiuta, sorregge, accompagna tutti e quindi anche le coppie?
• Per vivere e realizzare di più una Chiesa Famiglia occorre formare nei Seminari pastori più adatti a questo. Ci sembra urgente: famiglie e preti insieme per testimoniare la Chiesa Famiglia di discepoli voluta da Gesù.