Racconto XIII Aboliamo la religione


Era una notte buia; un cielo senza stelle pesava sulla terra come una lastra di marmo nero su una tomba.(1)
Nulla turbava il silenzio di quella notte se non uno strano rumore, come un leggero battito d'ali che si sentiva a intervalli intermittenti al di sopra di campagne e città.
Allora le tenebre si infittivano e ognuno sentiva l'anima incupirsi e un brivido corrergli nelle vene.
E in una sala dalle tende nere illuminata da una lampada rossastra sette uomini vestiti di porpora con la testa cinta da una corona erano seduti su sette se
dili di ferro. (2)
E in mezzo alla sala si innalzava un trono costruito con un ammasso di ossa e ai piedi del trono, a guisa di sgabello, stava un crocifisso abbattuto e davanti al trono una tavola d'ebano e sulla tavola un vaso pieno di sangue rosso e schiumoso e un cranio umano.
E i sette uomini incoronati sembravano tristi e pensosi e, dal fondo delle orbite cave, il loro occhio lasciava sfuggire ogni tanto scintille di un fuoco livido.
Uno di loro si alzò, si avvicinò al trono zoppicando e posò il piede sul crocifisso.
In quell'istante le sue membra tremarono ed egli sembrò vacillare. Gli altri lo guardavano immobili; non fecero il minimo movimento ma sulla loro fronte passò qualcosa che non compresi e un sorriso disumano increspò le loro labbra.
Gli altri lo guardarono immobili.
E colui che era sembrato vacillare stese la mano, afferrò il vaso pieno di sangue, ne versò nel cranio e lo bevve.
E quella bevanda parve rafforzarlo.
E levando la testa dal suo petto uscì questo grido, come un sordo rantolo:
Maledetto sia il Cristo che ha portato la libertà sulla terra!
E gli altri sei uomini coronati si levarono insieme e insieme lanciarono lo stesso grido:
Maledetto sia il Cristo che ha portato la libertà sulla terra!
Quindi si sedettero nuovamente sugli scranni di ferro e il primo disse:
Fratelli miei che cosa faremo per soffocare la Libertà? perché il nostro regno è finito se il suo comincia. La nostra causa è la stessa: ognuno proponga ciò che gli sembrerà meglio.
Ecco il consiglio che vi do. Prima dell'avvento del Cristo chi osava alzare la testa davanti a noi? È la sua religione che ci ha perduto. Abbiamo la religione del Cristo.
E tutti risposero: è vero. Aboliamo la religione del Cristo.
E un secondo avanzò verso il trono, prese il cranio umano, vi versò il sangue, lo bevve e disse:
Non è la religione soltanto, che bisogna abolire, ma anche la scienza e il pensiero; perché la scienza vuole conoscere cose che, per noi, non è bene che l'uomo sappia e il pensiero è sempre recalcitrante di fronte alla forza. E tutti risposero: È vero. Aboliamo la scienza e il pensiero.
E dopo aver fatto come i primi due un terzo disse:
Quando avremo riprecipitato gli uomini nell'abbrutimento sottraendo loro la religione, la scienza e il pensiero, avremo fatto già molto ma ci resta ancora qualcosa da fare.
Il bruto ha degli istinti e delle simpatie pericolose. Bisogna che nessun popolo oda la voce di un altro popolo perché, se questo si lamenta e si agita, non sia tentato di imitarlo. Nessuna voce dall'esterno deve penetrare nei nostri confini.
E tutti risposero: è vero. Nessuna voce estranea deve penetrare da noi.
E un quarto disse: noi abbiamo il nostro interesse e anche i popoli hanno il loro, che è contrapposto al nostro. Se si uniranno per difendere questo interesse, come resisteremo loro?
Dividiamo per regnare. Creiamo in ogni provincia, in ogni città, in ogni villaggio un interesse contrapposto a quello degli altri villaggi, delle altre città, delle
altre province.
In questo modo tutti si odieranno e non penseranno a unirsi contro di noi.

E tutti risposero: è vero. Dividiamo per regnare: la concordia ci ucciderebbe.
E un quinto, dopo avere due volte riempito di sangue e due volte vuotato il cranio umano, disse:
Approvo tutti questi mezzi, che sono buoni, ma li trovo insufficienti. Fare degli uomini dei bruti va bene, ma bisogna anche terrorizzarli e colpirli con una giustizia inesorabile, con supplizi atroci, se non volete presto o tardi esserne divorati. Il boia è il primo ministro di un buon principe.(3)
E tutti risposero: è vero. Il boia è ill primo ministro di un buon principe.
E un sesto disse: ,
Riconosco il vantaggio di supplizi pronti, terribili, inevitabili. Ma ci sono anime forti e anime disperate che sfidano i supplizi.
Volete governare facilmente gli uomini? Piegateli corrompendoli con la voluttà. La virtù non val nulla, per noi, perché nutre la forza: cerchiamo invece di esaurirla con la corruzione.
Il settimo allora, dopo avere come gli altri bevuto nel cranio umano, così parlò, con il piede sul crocifisso:
Facciamola finita col Cristo. Ci sia guerra mortale, guerra eterna fra noi e lui.
Ma come allontanare da lui i popoli? È un tentativo vano. Che fare dunque? Ascoltatemi: bisogna guadagnare alla nostra causa i suoi sacerdoti con beni, onori e con il potere.(4)

Essi comanderanno al popolo in nome di Cristo di essere sottomessi a noi in tutto, qualunque cosa facciamo, qualunque cosa ordiniamo.
E il popolo crederà loro, e obbedirà nella convinzione di fare il bene e il nostro potere ne sarà consolidato.
E tutti risposero: è vero. Guadagniamo a noi i sacerdoti del Cristo.
E d'improvviso la lampada che illuminava la sala si spense e i sette uomini si separarono nelle tenebre.


Fu detto in quel momento a un giusto che vegliava e pregava davanti alla croce: il mio giorno si avvicina. Adora e non temere.

 

 

 


nota (1) Cfr. Baudelaire, Spleen: « Quando il cielo basso e greve pesa come una tomba ».
Nota (2)Questa visione dei sette re fu una di quelle che più colpirono ed emozionarono i lettori. Lamennais vi ha accumulato quanto c'è di più macabro. A Sainte-Beuve, che glielo aveva fatto notare, concesse che in quel capitolo c'era della « esagerazione » e che avrebbe dovuto dividere più equamente i toni del proprio biasimo. Tuttavia era irritato da coloro che trovavano continuamente le allusioni, le chiavi delle sue Parole; il 16 maggio egli scrisse a Montalembert: « Il capitolo dei sette re è quello che attira maggiormente l'attenzione. Molti monarchi non vi si riconoscono. La comunità dei Lazaristi vi ha visto un'allusione ai sette principali regni che si sono succeduti in Francia dà Luigi XIV e molti credono che il vegliardo logorato dagli anni sia Carlo X! »(lettera inedita).

nota (3) Probabile allusione alla famosa frase di Joseph de Maistre.
nota (4) Questa denuncia dell'alleanza fra i grandi, i ricchi, i potenti e i sacerdoti che tradiscono la loro missione e non si preoccupano della vedova e dell'orfano è frequente nei profeti Isaia e Geremia.