2 LIBRI UNA SOLA SCUOLA

 

Ora che siamo "alle porte coi sassi " come dice un vecchio detto popolare vale la pena di riprendere in mano 2 libri per cercare di comprendere quale futuro aspetta la scuola e gli studenti:

IL LIBRO VERDE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

 

Il primo libro a cura di F. Butera e con la prefazione di Luigi Berlinguer (ex ministro della pubblica istruzione) ci presenta le linee guida della riforma e le sue speranze. Dall 'introduzione però comprendiamo che è un libro fatto a "tavolino" senza l'apporto di quei docenti che vivono sulla propria pelle la scuola e che sono a contatto quotidiano con gli studenti i veri fruitori del servizio.

Dalla prefazione e dalle premesse del libro vediamo che questo studio è stato affidato ad un istituto privato "IRSO BUTERA PARTNERS" composto di da docenti "universitari" (perciò con esperienze educative parziali) e attingendo ad esperienze dal mondo industriale e dal mondo politico burocratico vedi pag. 49 .

L'esempio riportato della riforma "Clintoniana" della pubblica amministrazione non dà una affidabilità al progetto anzi ne mette in luce i difetti. Numerosi schemi grafici che dovrebbero chiarire la proposta educativa invece ne complicano la comprensione e ne mettono in dubbio la validità .

Si inizia da pag. 77 con "il modello di servizio"

L'istituto scolastico e presentato come un qualsiasi impresa di servizi infatti e nella formazione dello schema illustrativo si parla di "Mercato " (i cittadini utenti ), si parla di di immagine, valutazione, comunicazione = cultura ?? e di "valutazione economica delle prestazioni " (ciò che rende una scuola efficiente sotto i profilo economico ) . Insomma si parla tutto meno che di didattica , insegnamento e formazione della persona . Ovvero se ne parla nello schema 3 pag 78 in cui tra l'altro si dice che la programmazione si focalizzerà su formazione classi , orari ecc. trascurando i contenuti didattici che non rientrano in un disegno organico !! e più sotto -:"di conseguenza i programmi potrebbero essere solo la sommatoria degli obiettivi fissati dai singoli docenti , nel VUOTO di un progetto unitario".- e si rincara la dose-: "Sarà' compito del destinatario del servizio (l'alunno n.d.r.) e non del fornitore (scuola e docenti n.d.r) pervenire a una sintesi dei diversi insegnamenti (cioè in parole povere sarà compito dell'alunno trarre da una insegnamento focalizzato solo su particolari specializzazioni senza prevedere un opportuna interdisciplinarietà crearsi una cultura e una formazione adatta al mondo che lo circonderà appena uscito dalla scuola)":- Avremo così studenti "all'americana" che si faranno da se dalla gavetta fino a diventare grandi manager di un mondo popolato da grandi geni e milioni di schiavi ignoranti e felici ! Sino a che qualcuno attraverso i vecchi metodi educativi gli farà prendere coscienza di se e preparerà una nuova rivoluzione purificatrice dalla barbarie americana che ci sta sommergendo.

Infine da non dimenticare il "progetto Ninive" suggerito dalla lettura di Erodoto dove si capisce realmente dove andrà a finire l'educazione. -:"Infatti da loro":- dice Erodoto-:" non usano medici . Accostandosi dunque all'ammalato, i passanti gli danno consigli sul suo male, se l'hanno già avuto essi stessi, o hanno visto altri soffrire. Questo appunto gli consigliano e l'inducono a fare quello che essi stessi hanno fatto o hanno visto fare ad altri, per guarire dalla medesima malattia. Non è loro permesso passare oltre, quando c'è un ammalato, senza chiedergli di che male egli soffra.":-

-Perciò parafrasando la frase, da noi non useranno docenti specializzati ma chiunque potrà essere il docente dell'altro in base alle sue esperienze di vita. Così gli studenti saranno "assembrati su questa pubblica piazza " di Ninive e qualunque persona o docente che passerà di li domanderà le necessità degli alunni darò loro dei suggerimenti -:"secondo quello che essi stesso hanno fatto o visto fare dagli altri in casi simili ,per ..guarire":- (dalla loro ignoranza n-d.r.) !!!

 


PER LA SCUOLA CRITICA DI UNA RIFORMA

 

 

Il secondo libro a cura di Antonio di Diego (insegnante) è una critica spietata alla riforma che si va attuando momento dopo momento con opportuni incastri politici per renderla digeribile agli insegnanti ai genitori e agli alunni. Di Diego non ci sta e in un libro di 105 pagine analizza i vari punti critici che impediscono una vera riforma e spera che questo suo lavoro serva in qualche modo a rivedere quelle posizioni che tutto portano meno a che a una scuola a misura di alunni.

Di Diego fa notare soprattutto che la politica ha commesso un altro imperdonabile errore : ha trascurato di usare quella formidabile energia che viene dalla partecipazione attiva alle riforme di quanti lavorano concretamente nella scuola. Gli insegnanti sono stati accusati di essere incolti, di basso profilo , arretrati culturalmente.

DI Diego fa un richiamo forte a tutti gli insegnanti coscienti di questo sfacelo e li invita a schierarsi da una parte , in questo caso a sinistra dato che la riforma -:"..liberista del governo per sua natura è collocata a destra. Gli insegnanti non possono più essere neutrali altrimenti rischiano di scomparire e di essere sostituiti da "cloni" opportunamente modificati da astuti manager al servizio dei potenti di turno. Certo è difficile dato che il fascino del mondo dei ricchi , l'attrazione del successo e dei consumi illimitati senza pensare che ciò e dovuto alla sofferenza di 3 /4 del mondo che vive in condizioni tragiche ci viene sciorinata tutti giorni dalle radio dai giornali dal cinema dalle tv":- ("il grande fratello" n.d.r.). -:"..Punto nodale mancante nella riforma è uno studio approfondito sulle diverse età della vita come se infanzia adolescenza e giovinezza fossero una sola condizione di vita mentre ognuna di esse ha un sua particolarità un suo percorso un suo essere. E così pensando solo a "risparmiare "! i costi della scuola si è inventato la didattica breve , i saperi minimi e altro ma la scuola ha invece bisogno di riabilitare la "lentezza" del dialogo educativo":-

. Ci dice nella prefazione S. Semeraro--: "I processi di conoscenza non sono mai lineari , la ridondanza è sempre ricchezza e una garanzia della profondità e della solidità della compressione. Anche l'idea dei saperi minimi è stravagante . Minimi rispetto a che cosa ? una scuola "caritatevole" per i più svantaggiati, una scuola inutile per gli altri. La formazione è per eccellenza un percorso a forte personalizzazione. Il sapere non è di per se acquisibile con certezza. La didattica è questa capacità tra scienza e arte, che sa adattare un sapere ad una condizione concreta, sociale e personale. La miseria di una sapere Tayloristico è della sua valutazione a quiz è evidente.":-

Di Diego infine analizza la scuola confessionale , l'intromissione della chiesa ecc (1) e termina con una riscoperta dell'umanesimo applicato alla tecnologia cosa sentita sempre da più ampi settori nel mondo dell'educazione vedi anche l'articolo del libro volante n.3 (dal titolo le scuole umanistiche).

Di Diego termina come il libro verde citando un classico (in questo caso Platone) e cita il dialogo del Fedro dove nel dialogo tra il faraone Tamus e il demone Theut affronta il problema della conoscenza , della scienza e la scrittura vi appare come qualcosa di esterno all 'anima è solo strumento di memoria e non di scienza.

Perciò oggi solo la scuola che non si ferma alla scrittura e al segno ma lo approfondisce lo vive lo esperimenta, è quella che forgerà le anime e non le riempirà del solo solo il nozionismo della memoria o i cosiddetti "saperi minimi".

 

*(1) su questo punto abbiamo opinioni diverse che affronteremo in un altro articolo.

Ocirne