LO SCAFFALE DEL LIBRO RITROVATO:

  PRESENZA CRISTIANA NEL MONDO INDUSTRIALE

 

Per la nuova rubrica del libro ritrovato presentiamo il libro di:

  Arthur Rich edito dalle edizioni Longanesi nella collana la fronda nel 1971.

Ha senso oggi parlare di socialismo cristiano allorché il comunismo è crollato ? E la globalizzazione sta invadendo il mondo ? E nel momento che ai vertici della chiesa c'e' il cardinale Ratzinger ?

Forse proprio per queste coincidenze credo di si, primo perché solo il comunismo è morto e non il socialismo, secondo perché la globalizzazione ha creato contro di se un onda d'urto della contestazione che si ingrossa di giorno in giorno sempre di più, terzo perché nella chiesa si è dato di nuovo troppo spazio al potere e al divismo all'apparire e poco al vangelo.

Il socialismo termine usato per la prima volta nel 1830 da P. Leroux fin dal suo apparire indicava un dottrina politica che in contrasto con l'individualismo (insito nell'egoismo dell'uomo ) propugnava una società dove gli strumenti della produzione e i beni economici erano di proprietà comune e a differenza del comunismo (suo figlio) il socialismo si è evoluto sino a diventare socialdemocrazia . La socialdemocrazia aveva e ha come caratteristica la fiducia nel democrazia politica come strumento necessario e sufficiente per permettere il conseguimento delle rivendicazioni sociali attraverso riforme legislative. La socialdemocrazia proprio per la sua caratteristica di mettere l'uomo al primo posto è sempre stata "affine" al pensiero cristiano e con questo ha instaurato un dialogo che dura tra alterne vicende da oltre un secolo e il libro di Reich è una dimostrazione viva e sempre "attuale" ancora oggi e forse ancora di più.

All'epoca che fu scritto il libro il nemico contro cui combattere o almeno da combattere" nel suo aspetto peggiore" era il "capitalismo"quello che mette il profitto e il denaro al primo posto dimenticando che "la Terra è di tutti " (come dice la Bibbia) .

L'autore dopo un analisi della storia industriale recente e delle sue conseguenze butta giù delle linee di intervento che ancora oggi hanno la loro validità. Il nemico dell'uomo ricco o povero che sia è l'egoismo in tutte le sue forme dalle più evidenti , lo sfruttamento senza pudore (come ancora esiste nel terzo mondo specialmente con le donne e i bambini) allo sfruttamento soft ;oggi evidente; specialmente nel lavoro interinale, nel part time nei masters di lavoro nei corsi di formazione (lavoro sicuro per i formatori ) ecc.

Rich citando a piene mani il vangelo dimostra che l'unica strada per rendere il lavoro in tutte le sue forme gratificante e utile alla società è quella del riconoscere nell'altro il fratello, il compagno e fare all'altro quello che vorresti fosse fatto a te. Sono regole semplici a cui l'autore tramite uno studio che parte dall'origini del capitalismo su su fino agli anni 50 da una ragione di speranza e di possibilità attuativa.

Citiamo un brano tratto dalle conclusioni al libro pag. 280:

 -:" ...la fede cristiana deve imparare a conoscere sempre più ciò che nelle lotte e contese sociali del nostro tempo è semplicemente lotta ideologica di potere, nella quale si tratta di dominio di idee, programmi e interessi di parte, e ciò che che è realmente garanzia di fratellanza umana per l'uomo minacciato e oppresso nel mondo industriale del lavoro.

Oggi è uno dei compiti più importanti della fede, partendo da Gesù Cristo, ragione e scopo di tutta la vita umana, "Distinguere gli spiriti " spassionatamente e criticamente e stare dalla parte di ciò che si mostra giusto in quest'esame critico. In tal modo ,essa garantisce realmente per l'uomo nell'attuale vita di lavoro, essa è diaconia sociale e in ciò esistenza cristiana nel mondo industriale.

Il giusto, mediante il quale la fede cristiana garantisce veramente per l'uomo nella vita del lavoro industriale, rivela massime di decisione sociale, alcune delle quali abbiamo cercato di concretizzare. Sostenerle non significa propugnarle, come si propugnano comuni parole d'ordine per mobilitare degli aderenti. Stare per esse significa rispondere di esse entro la dura realtà del mondo industriale del lavoro. Questo può avvenire solamente se la Chiesa sia presente nell'amore del prossimo come unità di parola e di azione, attraverso i suoi membri in questo mondo...

La frase seguente dice il vero: -"La società industriale non richiede nuovi metodi di attività ecclesiastica, ma una nuova esistenza della comunità nel mondo. L'ideale della comunità centrale, rinnovato nella lotta religiosa che precisamente agisce verso l'esterno, ma si distanzia dal mondo, è sorpassato . Ciò che ieri era giusto, oggi è falso. E' contrario alla Bibbia il pensiero statico di due sfere: qui Chiesa, là mondo. La comunità sorge solamente nell'incontro del Vangelo col mondo. Essa vede oggi il suo speciale incarico nel mondo quando i suoi membri collaborano nelle organizzazioni laiche, come sindacati, consigli aziendali, unione degli imprenditori, tutela dello stato . ecc. Quanto più questa collaborazione è obiettiva, quanto più avviene in incognito, tanto più sarà cristiana "-(da Dov'è l'uomo di H. Gunneberg ed altri -Die Mitarbeit- Mensile evangelico di politica sociale- 1959).

A questo punto si tratta di cambiare radicalmente pensiero e punto di vista. Come Cristo è entrato nella "carne", così il luogo della comunità è il mondo, il mondo industriale del lavoro (oggi il mondo globale n.d.r.) .Se la sua speranza non è là una vera speranza, allora la sua parola rimane priva di speranza. E se essa non risponde delle massime di azione sociale, che l'amore della fede trova, per indicare che la forza della speranza nel regno venturo libera anche dal legame diabolico allo status quo, essa, nonostante ogni attività sociale, è tuttavia irresponsabile, perché senza risposta al problema Dio, il quale si presenta attraverso i milioni di "anime morte" nel mondo dell'industrialismo odierno. L'impegno nella doppia lotta per una struttura del mondo industriale moderno, che non interdica l'uomo, e per una maggiorità dell'uomo che in disperato fanatismo non lo faccia cadere in braccio a potenze strutturali di un mondo di lavoro sovvertito, non è più visto ora come questione periferica, bensì come concreta annunciazione, cura delle anime in carne e ossa, diaconia sociale, in una parola : esistenza cristiana nel mondo industriale come testimonianza rivoluzionaria dell'Ultimo nel Penultimo. ":-

Certe sue affermazioni potrebbero esser ancora valide se non si fosse perso il senso della vita e se soprattutto i socialisti e i cristiani veri, rimasti (pochi) riprendessero in mano quel dialogo per cambiare la rotta alla nave del globalismo che ci sta portando sugli scogli dell'isola delle sirene giacché i moderni Ulisse non si sono premuniti tappandosi le orecchie con la cera ma preferiscono farsi incantare ora da questa ora da quella sirena.

Giuseppe